Allegro,
colorato, belle canzoni, ma troppo lungo. Prova superata per Amadeus, garbato e
professionale alla conduzione di Sanremo. Un settantesimo tra remember e nuove
proposte, aria di casa ma elegante. Un bel varietà, che ha poco a che vedere
con il classico festival, ma sincero e piacevole, che fa tornare la voglia di
sentire canzoni in televisione.
Tutti rilassati, a cominciare da Fiorello che per dare il via all’amico di
sempre Amadeus si è vestito da prete recitando un lungo, non particolarmente
divertente, monologo nel segno della pace universale che ha tolto, se c’era, l’emozione
dal conduttore. Un gongolante Tiziano Ferro ha aperto il festival nel segno di
Modugno cantando Volare, continuando
poi col brano Almeno tu nell’universo,
emozionatissimo nell’ omaggiare la grande Mia Martini, e l’autore del brano
Bruno Lauzi.
Un po’ di confusione tra super ospiti e cantanti in gara. Tra i giovani concorrenti ha spiccato Leo Gassmann che ha fatto dimenticare di essere figlio (e nipote) di. A dare per prima il ritmo alle esibizioni dei big in gara Irene Grandi con la sua verve toscana e un brano firmato da Vasco. Fulminante l’apparizione del bionico Achille Lauro, uomo del terzo millennio vestito praticamente solo dei suoi tatuaggi e di una reticella che poco lasciava all’immaginazione, bello e folgorante, come il suo brano. Ci si aspettava una rentrèe più emozionante dell’ex pel di carota assente dal mitico palco da oltre mezzo secolo. Solare l’inossidabile Romina Power anche quando il suo Albano ha rischiato di cadere dalla scalinata, tra il sorriso dell’omonima figlioletta che era nella sua pancia quando lanciarono da quel palco Nostalgia canaglia.
Elegantissima la coconduttrice Diletta Leotta, avvezza a parlare in tv di sport sul quale ha imbastito un siparietto calcistico dedicato al conduttore, coinvolgendo poi sua nonna in platea con un monologo sulla bellezza. Imparare a regolare il ritmo della vita che scorre, ha suggerito. Bellissima e saggia la ragazza, niente da eccepire. Momenti di profonda commozione li ha regalati l’altra bellissima coconduttrice Rula Jebreal quando ha letto testi sulla violenza contro le donne, emozionando pubblico in sala e a casa.
Marchettona
di Favino, Santamaria, Kim Rossi Stuart, Michela Ramazzotti, Emma Marrone, che hanno
tirato la volata al non eccezionale nuovo film di Muccino (guarda caso
finanziato da Rai Cinema) di cui sono i bravi protagonisti, cantando con i
ragazzi che interpretano loro da giovani, la canzone di Baglioni Tu come stai. Poi Emma ha avuto un lungo
e bello spazio canterino tutto suo.
Da Masini (recidivo) a Elodie è rimbalzata la parola stronzo-a. Nessuna scivolata verbale invece dal duo Bugo e Morgan. Il
tenore ventidueenne Alberto Urso porta in gara la bella musica lirica. E vai
così fino all’1 e 20. Beh, decisamente troppo.