Leggera, frizzante, come una rinfrescante bibita estiva. Miami Beach, la 58esima commedia dei fratelli Carlo e Enrico Vanzina, arriva dal primo giugno su centinaia di schermi per festeggiare i loro quarant’anni di onorata carriera. Si ride, non è volgare, è ben recitata, sia dai collaudati Ricky Memphis, Paola Minaccioni, Max Tortora, Giampiero Morelli, Emanuele Propizio che dalle new entry Neva Leoni con Filippo Laganà e Camilla Tedeschi (un onorato cognome, una garanzia) e già questo potrebbe bastare.
Il segreto del costante successo della storica coppia della commedia all’italiana natalizia e ora anche feriale è proprio l’onestà nel continuare a diffondere e difendere da quasi mezzo secolo un genere immutato nel tempo, leggero ma accurato, dove conta ancora la scrittura, valida guida anche per attori bravi, lasciati comunque un po’ liberi di improvvisare, sempre però con occhio attento alla minuziosa sceneggiatura. Che stavolta mette sotto l’impietosa lente di ingrandimento i logorati rapporti genitori-figli adolescenti.
I ragazzi, con la scusa di studiare in un college americano di tendenza, intrecciano amorazzi e fughe per partecipare a feste adrenaliniche. Seguiti a distanza (ma non troppa) dagli ansiosi genitori, protagonisti di gag divertenti, anche se non particolarmente originali.
Confermano la loro bravura una Minaccioni milanese snob e invadente (mostruosamente a misura di una nota politica rampante berlusconiana) in violenta rotta di collisione con un Tortora romanaccio (che non rinnega l’ adorazione per il grande Albertone), divertenti e mai sopra le righe. Mentre un tenerissimo Ricky Memphis, in cerca della figlia fuggita a Miami con le amiche per il festival dei Dj, farà autocritica sul difficile mestiere di genitore.
Insomma, una boccata d’ossigeno nell’asfittico cartellone nostrano, per ragazzi, adulti e per chi vuol farsi quattro sane risate senza disturbare troppo il cervello.