Ecco le alternative per il cinema delle feste. Pollice su per “American Life”, giù per “The Tourist”
La stampa tedesca l’ha stroncato, e pure quella americana. Ora tocca a noi stendere un velo sul tanto strombazzato The Tourist, con Angelina Jolie e Johnny Depp che ha invaso centinaia di sale italiane il giorno venerdì 17 dicembre. Si tratta di una commedia spy-sentimentale in salsa veneziana, (tentativo mancato di emulare godibili film di hitckochiana memoria) che suscita, suo malgrado, ilarità. A cominciare dal folto gruppo di presenze italiane (Bova, De Sica, Frassica, Marcorè, Boni, Pecci e altri caratteri noti ai seguaci delle fiction), nei panni di segugi incapaci, corrotti commissari, svalvolati portieri d’albergo, resi assurde macchiette. Con un’algida e rigidissima Jolie che tenta di coinvolgere in un intrigo internazionale un ignaro (e altrettanto inespressivo Depp) professore di matematica adescato sul treno, scatenando la caccia al ladro (mancata) dei “nostri” che non fanno certo la figura dei James Bond.
Censurata (pare dai rispettivi partner gelosi) l’unica scena di sesso nella doccia tra Johnny e Angelina, che si concedono solo un languido bacio, tra fughe (di lui) sui tetti in laguna, schivando pallottole e raffiche di bazooka, e misteriose passeggiate di lei (spiatissima) tra le vie delle capitali europee, che provocano nei superpoliziotti interrogativi cruciali del tipo: “oggi le porterà le mutandine?”. Ci dispiace per il regista tedesco (ora bistrattato in patria) già premio Oscar alla sua opera prima (l’ottimo Le vite degli altri), ma il suo “salto” a Hollywood per alleggerirsi l’anima con una commedia “gentile” dopo il primo impegnativo film politico, a nostro avviso è finito in un tonfo. Speriamo nella sua prossima storia, su un suicidio che, ha spiegato, avrà (per fortuna) il sapore del suo primo film.
Comunque, sarà forse colpa della data iettatoria (per chi ci crede) in cui escono, ma la barricata “anti-cinepanettone” che sta calando nelle sale è tutt’altro che convincente, e farà fatica a spartirsi l’annuale bottino plurimilionario delle feste. A dispetto dei film definiti (da chi li ha fatti) più “impegnati”, infatti, i “b-movie” continuano a far manbassa di pubblico e incassi, come dimostra l’apripista A Natale mi sposo con Boldi e la Canalis, e come certo accadrà anche al solito De Sica, stavolta in Sudafrica con la conturbante Belen senza veli. A loro tanto di cappello, per l’onestà nel continuare ad essere quello che i fan si aspettano da loro. Al contrario di operazioni “snob” come La bellezza del somaro di Castellitto, o senza nerbo come La Banda dei Babbi Natale, che strappa sorrisi a mezza bocca.
Ce l’hanno messa tutta i mitici Aldo, Giovanni e Giacomo con la loro comicità surreale, migliorata rispetto alle ultime pellicole, forse anche grazie al cambio del regista (il bravo Genovese). Un ottimo cast, una comicità educata, all’antica, che fa sorridere più che ridere, e (gridano a gran voce gli animalisti) lancia pure cattivi messaggi sui comportamenti feroci verso gli amici a quattro zampe. Nel mazzo delle mezze delusioni rientra pure il visionario L’esplosivo piano di Bazil di Jean-Pierre Jeunet (assurto alle glorie con Il favoloso mondo di Amelie), zeppo (troppo) di fantasiosissime scene e scenografie. Una satira velenosa sul mortale commercio delle armi, con un ottimo cast, che tenta (invano) di catturare la delicata comicità di Charlot. A risollevare gli animi arriva America Life di Sam Mendes (che non smentisce l’Oscar vinto per American Beauty), un palmo più in alto nel trattare lo smarrimento umano con intelligente, ironica comicità.