In un ex magazzino delle Ferrovie dello Stato un ristorante a… regola d’arte
Parola d’ordine è “L’imbarazzo della scelta” e non poteva essere più azzeccata. Porto Fluviale, fresco di apertura nell’omonima via romana, a pochi passi dalla Piramide e da Testaccio, è trattoria, pizzeria, banco, salotto, cucina da strada. Tante tessere che compongono il puzzle di questo nuovo spazio creato da Dany Di Giuseppe (l’amministratore-pagatore) e Gino Cuminale (il direttore che fa funzionare la complessa macchina).
Disegnato dall’architetto Roberto Liorni, che ha fatto rinascere un ex capannone industriale di oltre 900 mq, ex magazzino delle ferrovie con tanto di rotaie per il passaggio di treni, trasformandolo in uno spazio, moderno, accogliente, polifunzionale e, soprattutto, conviviale. Diviso in quattro zone che, contrariamente alle snob cucine gourmet, rimette il cibo alla portata di tutti, recuperando il gioco a tavola, l’atmosfera leggera, i piatti cucinati da chef provetti o fai da te, con prodotti freschi e prezzi alla portata di tutti.
Il Banco è aperto dalle 10.30 di mattina a tarda notte. Sui suoi 13 metri si snodano centrifugati, aperitivi, cocktail e birre artigianali, o un bicchiere di vino scelto tra le oltre 100 etichette di provenienza italiana e internazionale. Novità sono i “cicchetti” assaggini in alternativa all’intera o alla mezza porzione, da poter dividere con gli amici. Le grandi luminose finestre si aprono anche verso l’esterno, per offrire anche ai passanti lo street food, ovvero i grandi classici della cucina veloce nostrana e di altri paesi. Ai tavoli della Trattoria che circondano il banco si servono ricette del territorio e prodotti mediterranei.
La novità ha radici nella storia delle osterie, quando si poteva chiedere la mezza porzione, preparata e servita con la stessa passione. Per il pranzo della domenica il ritmo rallenta, per far posto ad un pranzo completo, dall’antipasto al dolce. La zona Pizzeria, sforna pizze romane e napoletane, prodotte con farine biologiche macinate a pietra e una lievitazione di oltre 72 ore, cotte in due forni a legna dalle diverse temperature, con una griglia a legna per carni e verdure, fritti e i dolci, creati freschi nel laboratorio.
C’è pure un Salotto, per colazioni, cene, degustazioni, riunioni, party privati, con un banco cucina KitchenAid circondato da tavoli e poltrone, per chi vorrà cimentarsi in una performance culinaria o ricorrere allo chef del locale. Infine il Moleskine Point, un angolo dedicato alle passioni della vita, dove godersi arte, cioccolata, birra, enogastronomia e il nuovo Restaurant Journal, il taccuino per mappare le esperienze gourmand in giro per il mondo.
Tra le iniziative, il progetto di arte pubblica Skin Taste, curato da Adriana Rispoli, che inviterà ogni anno tre artisti ad interpretare le facciate dell’ex capannone industriale. Un cambiamento di pelle per la facciata del locale che sarà anche portavoce di codici artistici innovativi, e che contribuirà a realizzare una piattaforma di arte contemporanea nuova e stimolante, in un quartiere che è al centro di un importante progetto di riqualificazione urbana.