La governante di Sebastian Silva fa incetta di premi nel mondo ed arriva nei nostri cinema
Un film di sguardi e sentimenti, di allegria e dolore che si celano tra i gesti ripetitivi e frettolosi di tutti i giorni di una famiglia normale. È la sostanza, davvero tanta, del film Affetti & Dispetti (La Nana) del cileno Sebastian Silva, pluripremiato a ragione al Sundance e al Festival di Torino, che è approdato nelle nostre sale con Bolero Film. Un’ottima commedia, spiazzante, che cattura, diverte e commuove, che fa riflettere sui danni profondi e nascosti che provoca la solitudine interiore. Un’attrice sorprendente (e pluripremiata), Catalina Saavedra, che riesce a esprimere quasi soltanto con gli sguardi i profondi turbamenti della sua maniacale “tata” Raquel. Attaccata morbosamente alla benestante e numerosa famiglia Valdés con cui vive da oltre un ventennio, alla quarantenne Raquel non mancano l’affetto e le attenzioni delle persone che la circondano.
Ha cresciuto i ragazzi di casa, che ora adolescenti lei vorrebbe continuare a trattare da vicemadre, ignorando le loro ribellioni. Il lavoro in casa è tanto e duro, ma lei non vuole condividerlo con altre domestiche che maltratta, costringendole con perfida astuzia alla fuga. Tra lo svolgersi frenetico e ripetitivo della vita quotidiana, dove ogni personaggio è perfettamente al suo posto, tanto che lo spettatore condivide la storia quasi vivendola in prima persona. Il trentenne regista cileno, ha girato questo suo secondo in film quasi tutto all’interno della sua casa, col fratello minore nei panni del figlio maggiore dei Valdés, riuscendo con pochi soldi e nessun effetto speciale a creare un vero gioiello di commedia universale.
«Le riprese sono state una follia, giravamo fino a dodici scene al giorno – racconta Silva -, era tutto affascinante ma a volte desideravo che finisse il prima possibile. Era come se La Nana si stesse realizzando in totale autonomia. Le attrici non finivano mai di sorprendermi. Il mio timore era che il film non sembrasse realistico, doveva essere un ritratto fedele, aderente alla realtà. Stavo ricreando tutto nella casa in cui sono cresciuto – continua il regista -, perfino l’umore dei personaggi si ispirava all’esperienza della mia famiglia». Inutile dire che tutto gli è perfettamente riuscito.