La manifestazione si terrà fino al 12 febbraio
Non è solo per i bambini il Carnevale romano che terrà banco fino al 12 febbraio nella capitale. Se a Piazza del Popolo, trasformata in galoppatoio, sono i cavalli a farla da padroni, con spettacolari e acrobatiche sfilate, fanfare, con maschere e pony, una vera chicca è riservata agli adulti al Macro Testaccio, con uno spettacolo teatrale a ingresso libero che ripercorre il tema di questa edizione: la follia. Ad accogliere gli spettatori all’ingresso della Pelanda, Gloria Rosati e Stefania Cane, due simpatiche e instancabili narratrici che raccontano aneddoti e curiosità storiche sul Carnevale di Roma in modo divertente e coinvolgente, con l’aiuto di musiche, oggetti e costumi medievali perfettamente riprodotti.
Le due giovani signore, che di giorno intrattengono i bambini con istruttive attività manuali sotto un tendone a Piazza del Popolo, illustrano le usanze “barbare” messe in scena dai papi capitolini nel corso dei secoli. Si scopre così l’usanza cruenta di far rotolare maialini vivi giù dal Monte dei Cocci di Testaccio mentre su via del Corso si sfidavano in una sfibrante corsa, storpi e anziani ebrei malandati. Al vincitore andava un “palio” che il papa in carica faceva pagare proprio agli ebrei. I festeggiamenti erano aperti anche ai preti e alle monache di clausura, che in quei giorni si davano ai bagordi e potevano anche travestirsi, come le dame. In chiusura c’era la festa dei “moccoletti”, lumini usati come una sorta di amuleti, che dovevano esser mantenuti accesi ad ogni costo dai possessori, che altrimenti venivano chiassosamente derisi.
Dopo questa istruttiva, curiosa e divertente lezione sul passato si passa al palcoscenico per assistere all’intensa rappresentazione di Amore e Follia, le sorelle Papin“, liberamente tratto dal capolavoro di J.Genet. Un atto unico di 50 minuti diretto da Emanuela Dessy, intensamente interpretato da Rossella Petrucci e Emanuela Vittori. Le due attrici fanno rivivere la dolorosa vicenda di cronaca che nel 1933 vide protagoniste a Le Mans, due giovani domestiche, le sorelle Lea e Christine Papin, con gravi disturbipsichici, che commisero un efferato delitto ai danni della loro padrona e della figlia ventenne. Le due attrici racconteranno in maniera sfumata, ma non troppo, quel mondo a due, isolato da tutto, una condizione mentale che diventa anche fisica, uno straniamento incompreso e incomprensibile, uno stratificamento di non-colpe che diventa peccato.