La vita di un genio assoluto come Leonardo Da Vinci rimane ancora oggi un segreto avvincente. E ora arriva la fiction ad attribuirgli amori e delitti mai documentati ma che, a detta dei produttori internazionali, dovrebbero rendere ancora più appetibile a un pubblico drogato dai reality e poco assetato di cultura e verità, un prodotto costato ben 30 milioni di euro.
Abbiamo visto in anteprima i primi due episodi di questo racconto popolare presuntuosamente dedicato a Leonardo che dopo tre serie sui Medici continua a far girare nel mondo la saga sul Rinascimento e andrà in onda in anteprima mondiale su Rai 1, da martedì 23 marzo. Otto episodi girati in inglese, distribuiti in quattro prime serate, prodotti da Lux Vide con Rai Fiction, Big Light Productions in associazione con France Télévisions, RTVE e Alfresco Pictures, co-prodotti e distribuiti nel mondo da Sony Pictures Television, con un cast guidato da Aidan Turner, Matilda De Angelis e Freddie Highmore, con Giancarlo Giannini nei panni del burbero Verrocchio che tenne a battesimo nella sua bottega il giovane, assai promettente artista.
Tre anni di preparazione, cinque mesi di riprese superprotette per non cadere nella pandemia, centinaia di comparse e l’aiuto fondamentale degli effetti speciali per un prodotto ben girato, piacevole da vedere, già venduto in oltre cento paesi nel mondo (e con un seguito già nella mente dei produttori). Ma che potrebbe far credere ai giovani, sempre meno documentati e appassionati alle nostre importanti vicende storiche, che il genio Da Vinci fosse un giovane timido, belloccio e scapestrato, combattuto tra le grazie di una bella modella per la quale provava un amore totalmente platonico e le avances di bei ragazzotti, cedendo alle quali fu processato per sodomia, e poi prosciolto.
I registi hanno puntato su una recitazione “moderna” nei gesti e nel linguaggio, che nulla ha a che vedere con il parlare e il gesticolare cinquecentesco che abbiamo imparato a conoscere in tanti film fedelmente storici. “Non è un documentario, è una serie di finzione – taglia corto Luca Bernabei, a capo della Lux Vide con la sorella Matilde (chissà se il babbo Ettore avrebbe apprezzato questa scelta!). – Ci siamo ispirati a fonti vere. Abbiamo immaginato che Caterina Da Cremona fosse la sua musa ispiratrice, intessendo vicende di fantasia alla realtà – ammette -, ci siamo concessi licenze artistiche per accattivare il pubblico televisivo con questa serie molto romanzata.”
“Gli attori raccontano favole – sostiene Giannini – di Leonardo si sa poco, è il genio più grande mai esistito, noi giochiamo con la fantasia, che lei sia esistita davvero che importanza ha?”. “Con Matilda abbiamo avuto un’intesa immediata per rendere moderni i nostri personaggi” sottolinea Aidan Turner. “Dovevamo esprimere i nostri sentimenti al di là del tempo in cui si svolgeva la storia – conferma Matilda -. C’era tra noi una sintonia perfetta nell’esprimere sponstaneità “.
Al pubblico appassionato di soap l’ardua sentenza.