La vita, per Pier Giorgio Bellocchio e Arcangelo Iannace, sin dalla nascita E’ un processo irreversibile e dunque è questo il titolo che hanno scelto per la commedia “fantascientifica” che i due attori rappresentano fino al 22 gennaio al Teatro Argot Studio di Roma, diretti da Francesco Zecca. Un viaggio introspettivo nell’animo umano, profondo ma leggero, che racchiude la voglia di tutti di evasione, il bisogno di relazione, di confronto.
I due personaggi (o forse è uno solo) non hanno nome, sono funzioni, come nella vita, dietro le quali si celano le trappole, come il mentire a se stessi. La scena è una sorta di astronave astratta in cui domina un grande pulsante rosso che, attivato, farà esplodere il mondo. Solo a loro sarà concesso di salvarsi con un viaggio paradossale che innesca un confronto tra i due, che mal si sopportano, in uno spazio ristretto.
“E’ l’esplosione dell’immaginario per trovare un posto dove galleggiare in eterno” spiega Iannace, anche autore del testo. “Una dimensione totalmente surreale, con nessun riferimento alla realtà – aggiunge Bellocchio -, con la difficoltà di perdere odori, sapori, il quotidiano concreto e materiale. Lo spettacolo dice bugie e le smaschera, tira fuori le nostre fragilità. Un viaggio senza ritorno, e forse anche senza partenza. Risposte concrete non ce ne sono, solo paradossali, stonate”.
Un’ora e mezzo di spettacolo, tra dialoghi serrati e amaramente divertenti, interamente finanziato dal buon cuore di privati, dedicato a spettatori di ogni età . Anche agli addetti ai lavori che vorranno vederlo per poi farlo girare in altri teatri