Duecento repliche teatrali non bastano. Per Alessandro Bergonzoni “Urge” arrivare anche sul grande schermo. Per l’attore autore bolognese era necessario inserire anche in un film alcune parti della sua fantastica visione artistica della vita finora riversate solo su libri e palcoscenico. Col regista Riccardo Rodolfi ha perciò ripreso pari pari lo spettacolo, ma con macchine digitali ad alta definizione che hanno trasformato “Urge” in un vero e proprio film, che girerà le sale dal 3 marzo con EXIT Media per combattere civilmente le vacuità e le “metastasi culturali” della società di massa.
Un monologo di oltre un’ora e mezza per ridere di gusto, e riflettere, anche se per l’artista “far ridere e pensare è la più grossa offesa che si possa fare al pubblico. Sono impaurito da un certo cinema, dalla sete di risate – puntualizza Bergonzoni-. Devi commuoverti tutti i giorni, devi essere tu il regista, lo sceneggiatore, il pittore, il giornalista. Dopo aver visto la stiva di Rosi in Fuocammare (il docufilm sui dolorosi sbarchi Orso d’Oro a Berlino), devi fare tu l’analisi degli odoro, delle lacrime”.
La voglia di fare cinema, ammette, ce l’ha: “ma non è detto che possa farlo”, visto che non si calerebbe mai in un personaggio. “Faccio un po’ fatica a vedere certi film sulle introspezioni psicologiche, la famiglia, le corna, la perdita del lavoro- spiega – . Preferisco certa pornografia dichiarata a quella travestita. Da ignorante di cinema amo quando un film crea un’onda grande, un’alchimia, una risonanza tra le frequenze”.
Figuriamoci se andrebbe ad un talk show televisivo. “Non mi manca la tv, viviamo anche senza, ha un virus letale che non mi può invogliare: il sopruso di potere, se ci entri perdi la tua dimensione, ti somministra un siero che ti fa diventare autoreferenziale, saltano tutte le tue corde”. E le sue sono davvero speciali, come i suoi affondi feroci, diretti a una certa politica che ha inquinato il mondo, che ti arrivano addosso come docce fredde quando meno te lo aspetti e stai ridendo fino alle lacrime ascoltando i suoi surreali, ironici, geniali, monologhi fiume.
La sua ricetta? “Essere naturali, senza manie di grandezza. La grandezza è pensare, credere, sentire in grande, andare dentro le cose, andare oltre. Gli stati d’animo siamo noi. Urge fantasia, urge far voto di vastità!”