Un film “archeologico” in mezzo a tante commedie deprimenti. Sergio Castellitto definisce così Piccoli crimini coniugali, il film di Alex Infascelli, tratto dall’omonimo best seller, di cui è protagonista con Margherita Buy nelle sale dal 6 aprile con Koch Media . Un thriller coniugale ad alta tensione che racconta come la menzogna possa condizionare un rapporto, manipolarlo, ma anche farlo resistere. Un’ironica riflessione sulla guerra che cova, più o meno emergente, dentro la coppia.
Lo spettatore si trova quasi a spiare dal buco della serratura questa vicenda intima e privatissima, in cui la verità non è mai ciò che sembra. La scena si apre con il ritorno dei due coniugi dall’ospedale dove lui, ricco scrittore di successo, è stato condotto dopo un incidente domestico che, sembra, averlo privato totalmente della memoria. Lei lo riconduce a casa, una sofisticata magione gelida e cupa, costosamente arredata e tenta di ricostruire contorti spezzoni della loro vita insieme per cercare di farli riaffiorare nella mente spenta del marito. A condurre questa sorta di gioco al “gatto col topo” tra i due, un dialogo da seduta psicoanalitica carico di amore e risentimento, che alterna momenti seduttivi a scatti di violenta litigiosità.
“Sono pochi i testi che raccontano la coppia in modo così teatrale, ho voluto approfondire l’argomento – spiega il regista, anche coautore delle musiche, presentando il film a Roma con i due unici protagonisti -. Tutti abbiamo timore a guardare davvero all’interno di quel nucleo esplosivo che all’inizio ci sembra un rifugio meraviglioso per poi trasformarsi nella stanza delle torture, dove tutti i nostri fantasmi vengono a tirarci i piedi prima o poi – sottolinea Infascelli, confessandosi recentemente scottato da analoga vicenda -. Ho trovato nel testo innumerevoli aderenze con il mio vissuto di coppia, nelle sue nefandezze, crudeltà, ma anche nelle fragilità e nei teneri compromessi che si devono inevitabilmente affrontare per poter sopravvivere al rapporto così stretto con un altro individuo. Un corpo a corpo che trasmetterà un senso di solitudine tremendo, ma che al contempo ci ispirerà tenerezza e forse anche rispetto verso l’avversario con cui torneremo a casa all’uscita del cinema”.
“Mi è piaciuto il tono noir della storia, la mia figura racchiude tante donne” spiega Buy. “Ci vuole coraggio a produrre oggi un film così, che punta sulla drammaticità delle gesta umane. Ad ascoltarlo ad occhi chiusi si rintraccia qualcosa che riguarda la vita di tutti – commenta Castellitto -. Potremmo definirlo l’amore ai tempi del rancore, del rimpianto, di due reduci da una guerra in una casa-museo, tra tomba e luna park. L’ha scritto un intellettuale che rende il racconto raggelante, noi lo abbiamo sciolto con le umane fragilità”.