La coppia Bonolis-Laurenti non scoppia ma delude
Il nuovo quiz preserale Avanti un altro, condotto da Paolo Bonolis con al fianco il solito (e qui quanto mai inutile) Luca Laurenti, non disdegna i doppi sensi, preferibilmente a sfondo sessuale, e lo sbeffeggiamento pesante di pubblico e concorrenti. Un conduttore e un quiz che, per lo strafottente modo di rapportarsi alla variegata umanità che affolla lo studio di lui, e la formula del gioco alquanto macchinosa, poco accattivante e ancor meno imparziale, fa rimpiangere il garbo e le domande spesso ostiche del predecessore milionario Gerri Scotti.
Bonolis, da quando è approdato a Mediaset, ce la mette tutta per far credere al suo pubblico (adeguatamente svezzato dagli abominevoli uomini e donne di ogni età di Maria) che sia doveroso e divertente insultare la gente, metterla alla berlina. Così durante le concitate fasi eliminatorie del nuovo quiz, molla spesso la sua postazione per improvvisare scenette che, guarda caso, vanno sempre a parare sul solito argomento: difetti fisici e sesso.
Malgrado l’incalzare del tempo, Bonolis si lancia gridando contro il tecnico di scena reo, a suo dire, di aver accolto a braccia aperte la sinuosa e giovane concorrente eliminata per scortarla dietro le quinte con evidenti secondi fini, dopo aver quasi scacciato a calci (e mima pure la scena) la precedente donzella, meno fascinosa e decisamente sovrappeso. Mette poi all’indice un poveretto del pubblico, colpevole di non sapere le parole di un ritornello, insulta pure una delle solite ragazze-immagine del programma che, si sa, stanno lì solo per far bella mostra di sé.
Sottolinea con ostentata malizia doppi sensi su misure e prestazioni dell’organo sessuale maschile, stacca volentieri la telecamera sul pubblico di ogni sesso e età per metterne a fuoco le lacune, fisiche e caratteriali. Facendo sembrare tutto questo improvvisato, genuino, e non studiato a tavolino (a cominciare dalla scelta dei “coloriti” figuranti) per arricchire il circo barnum dei programmi che sembra prediligere (forse perché quelli “seriosi” come Il senso della vita han fatto flop). E con i quali la rete ammiraglia di Mediaset continua a diseducare la gente. Che poi in fondo tanto stupida non è, e punisce a mezzo Auditel questo becerume preserale, continuando a premiare un programma “liso” ma sempre garbato come L’eredità condotta dal sempre educato e misurato Carlo Conti.