Aspettare Woody Allen vale sempre la pena, anche quando il film in questione non ha completamente convinto o non sembra all’altezza del passato del regista. Vederlo arrivare con la sua aria un po’ dimessa , con un espressione inconsapevole dipinta sul volto e sempre con un certo stupore di fronte al clamore suscitato dalla sua presenza, lascia emozionati ed increduli di trovarsi proprio davanti ad uno dei più grandi fotografi e narratori della Grande Mela. Ma oggi Allen, abbandonata la sua New York, sembra essersi fatto sedurre dalla cosmopolita Londra a cui deve probabilmente l’imput creativo per questa nuova fase cinematografica. Ed è proprio con un terzo film di ambientazione londinese che torna al Lido per presentare fuori concorso nella sezione Maestri il suo Cassandra’s Dream. Dopo la blach story di Matchpoint e la commedia Scoop a tinte gialle, Allen si riappropria delle atmosfere del noir britannico per raccontare lo scontro fratricida in nome di una donna da conquistare. Lo scopo è continuare ad indagare ancore all’interno del dramma e delle debolezze umane fino a raggiungere la massima espressione della tragedia. Un percorso che, battuto dal maggiore esportatore dell’umorismo caustico lascia onestamente perplessi. “ Credo che l’omicidio sia la stampella di base del dramma – spiega – Mi sono sentito sempre attratto dall’aspetto oscuro delle tragedia che negli anni è stato usato da Shakespeare fino al suicidio nei drammi di Artur Miller. In particolare togliersi la vita è un aspetto drammatico che mi interessa per esplorare le debolezze dell’essere umano fino al gesto estremo.” Eppure tutto ha un suo filo logico e comprensibile se si considera quanto labile sia il confine tra commedia e tragedia. “ Credo che la vita stessa racchiuda questi due elementi. Onestamente vedo l’esistenza come una immensa tragedia, un caos assoluto con dei momenti comici. – continua Allen – in verità ho sempre voluto scrivere questo tipo di storie, ma quando ero giovane mi riusciva molto meglio la commedia. Ora che ho una certa età posso finalmente dar voce alla mia visione cupa e pessimistica del destino umano, anche se non escludo in questo deserto la presenza di oasi piacevoli.”
Messa momentaneamente da parte la Johansson, Woody Allen ha scelto di puntare tutto sulla coppia di sex symbol Colin Farrell e Ewam McGregor e di offrire alla giovane e sconosciuta Hayley Atwell la possibilità di godere di un esordio eclatanteCostretti a lavorare a grande velocità ( il film è stato girato in sole sei settimane a Londra), la sexy coppia ha fatto del suo meglio per essere all’altezza delle aspettative del loro regista. “ Lavorare con Woody non è certo come lavorare con qualunque altro regista – ammette Ewan – Tutto è stato girato con dei tempi molto brevi. Molte scene venivano fatte in un unica riprese, raramente si aveva la possibilità di ripetere e a questo si aggiungevano dei ddialoghi molto lunghi. Io e Colin abbiamo provato in continuazione, durante la pause ed anche al trucco, per far in modo di dare a Woody esattamente ciò che voleva nel minor tempo possibile e nel migliore dei modi.” Fa eco Farrell: “ Sono state delle settimane fantastiche. Sul set c’era una grande pace. A volte abbiamo trattato degli argomenti molto seri, ma sempre con una certa leggerezza.” E sul finale non poteva mancare un riferimento a Scarlett, giovane musa che sembra aver soppiantato Diane Keaton. “ Scarlett è una giovane attrice splendida capace di illuminare qualsiasi cosa accanto a se, ma quando la definiscono la mia nuova musa viene da ridere ad entrambi. Con lei ho fatto tre film. In uno solo di questi le sono stato accanto come attore. Onestamente lei non sembra aver bisogno di me come spalle, mentre mi piace incredibilmente dirigerla. Con Diane, invece ho realizzato nove film e tutti da protagonista accanto a lei. Era un binomio particolare che nasceva da una chimica istintiva tra noi.”
di Tiziana Morganti