Al Teatro Ghione di Roma il 15 giugno. A settembre altre date
Caterina Murino diventa una cinica conduttrice di talk show televisivi nella pièce teatrale La Scatola è Azzurra, in difesa dei diritti umani, con le musiche originali di Max Gazzè. È questo il regalo per Amnesty International che festeggia i 50 anni di lotta contro chi viola la vita umana. Una storia dura, sconvolgente, per risvegliare le coscienze degli spettatori sul tema della tortura, che sarà rappresentata il 15 giugno al Teatro Ghione di Roma, l’11 settembre al “Festival dei Diritti Umani” (dal 10 al 17 settembre a Pomezia, in provincia di Roma) per diventare presto anche un film.
«Quando ho letto il copione ho accettato subito, è unico – dice la Murino -. Nel mio primo film dieci anni fa ero una ‘desaparecida’ argentina – ricorda, commuovendosi -, la mia carriera è fuori da ogni scatola, sono cresciuta fuori dal gregge, spero che di torture presto non si debba più parlare». L’attrice, trasferitasi in Francia da sette anni, che sarà presto in Tv, su Sky in 13, nei panni dell’investigatrice e poi ancora su Canale5 con Zen, qui sarà “l’autorità televisiva”: «Un ruolo estremamente cinico – spiega -, mi sono ispirata alla Ventura, alla D’Urso, alla Clerici, ai loro cliché per il modo di muoversi, di parlare, per l’immagine perfetta di grandi amiche davanti alle telecamere. Il mio nome è ‘la conduttrice’ e porto avanti la bugia che il mio programma, su esperimenti psicologici in corso, sia al servizio della scienza quando invece vuoel solo fare ascolti».
«Il tema della tortura è ancora al centro dello scenario internazionale col pretesto della guerra al terrore – sottolinea Annalisa Zanuttini di Amnesty – ma non c’è emergenza che la giustifichi. Guantanamo è sotto gli occhi di tutti, il diritto si ferma sulla sua porta. Ma le violazioni possono essere anche sotto casa, purtroppo manca il reato di tortura nel nostro codice penale». «L’arte crea uno spazio per i diritti umani – aggiunge Stefano Pratesi, direttore del festival di Pomezia -, la facilità di violarli è dietro l’angolo. Questo spettacolo apre uno spazio di discussione contro l’inflazione delle vane parole». Silvio Romano, autore con Andrea Nobile di questo testo “scomodo” e regista della commedia, ha scritto la storia nel 2002, calandola all’interno di un talk show televisivo. È una storia senza tempo e senza luogo, fuori dai canoni classici, ispirata all’esperimento di Milgram, con due personaggi al centro di un quiz-reality in cui sono torturatore e vittima.
«È un progetto molto importante finchè c’è chi esercita il controllo della mente delle persone, in modi diversi – aggiunge Gazzè -, bisogna stimolare nella gente la presa di coscienza». «Al centro c’è una canzone sulla paura Sotto il letto – aggiunge Gimmi Santucci, autore del testo -, dove si nasconde la vergogna per la nostra inadeguatezza, per il dolore fisico, per la povertà, che tutti proviamo e che serve per controllarci». «Abbiamo capito che tutti siamo parte attiva, anche inconsciamente, nel ledere i diritti altrui – spiegano i due protagonisti maschili Christian Marazziti e Alessandro Lucente -. Ogni volta che recitiamo questa parte è un pugno nello stomaco».