“Gru mi ha fatto essere figo agli occhi dei miei bambini”. Lo rivela l’attore Max Giusti storico doppiatore italiano del capo dell’ agguerrita squadriglia dei Minions che tornerà nelle sale il 24 agosto con Cattivissimo Me 3, nuovo gustosissimo capitolo del geniale blockbuster della Illumination e di Universal Pictures diretto da Pierre Coffin e Kyle Balda con Eric Guillon, con le voci italiane anche di Paolo Ruffini e Arisa.
La bizzarra, divertentissima famiglia stavolta si allarga, con l’improvvisa comparsa di Dru, sconosciuto fratello di Gru, che non vede l’ora di calcare le spregevoli orme del suo gemello. Così Gru, licenziato con la moglie Lucy dalla Lega Anti Cattivi per non aver catturato il perfido Balthazar Bratt, star televisiva degli anni ’80 caduta in disgrazia che per vendetta vuol radere al suolo Hollywood, dovrà fare i conti con lo squinternato parente per riprendere la caccia al latitante e riconquistare i gradi perduti.
Giusti doppia entrambe i gemelli. “Non mi sono ispirato a nessuno – racconta – la voce originale di Steve Carell non era traducibile. Gru è un vincente sovrappeso che sbaglia, come me, è nato dalla fantasia in sala doppiaggio e in sette anni si è evoluto. Dru ha una voce più di testa, è più cartoon, parla col diaframma, sono stati venti giorni di lavoro durissimi. Quando ho cominciato stavo diventando papà, il mondo dei bambini ti ‘pulisce’, mi ha dato l’opportunità di tornare a un modo di essere che si tende a dimenticare. La felicità si trova nelle persone care che ci stanno accanto, che incontri nella vita”.
Ruffini sostituisce l’originale Trey Parker per far parlare italiano il nuovo antagonista Balthazar Bratt: “Un pazzo che urla sempre, sono rimasto afono – racconta l’attore toscano -. E’ bello doppiare i sogni di tanti bambini anche se questi cartoni ti riportano alla realtà. Bratt è frustrato perché non riesce a raggiungere la felicità, in un momento in cui si parla tanto di odio è catartico, qui la guerra è solo dance, dovrebbero vederlo quelli dell’Isis e i nostri politici in tempi elettorali”.
Il film stavolta è un grande omaggio agli anni ’80, con tanti riferimenti musicali e di stile di vita a quel periodo, al senso di libertà di allora. “Amo quegli anni colorati, ci ho fatto anche un musical – confida Ruffini – e mi sono tatuato il mitico Harnold dei telefilm, è simile a ciò che accade al mio personaggio del film”.
“Sono nata nell’82, in famiglia vivevi serenità – gli fa eco Arisa che doppia Lucy al posto dell’originale Kristeh Wiig -. Ho scoperto colori della mia voce che non conoscevo – racconta -. Lucy è un esempio di combattuta tra affetti e carriera come me, che concilia tutto con leggiadria, mi fa riflettere”.