Il protagonista di The Passion di Mel Gibson presenta al RomaFictionFest The Prisoner, remake della serie cult anni ’60.
Finisce in una città nel deserto, dove ogni azione è sotto controllo, il protagonista di The Prisoner, sei puntate per la tv dirette da Nick Hurran, in onda sul canale satellitare Fx di Sky dal 22 luglio alle 23. Protagonista di questa rilettura della fiction cult britannica del 1967 che ha ispirato, fra gli altri, The Truman Show e Lost è Jim Caviezel, il flagellatissimo Gesù della Passione di Cristo di Mel Gibson. «In questa serie, che ha come sfondo il terrorismo globale – racconta l’attore – , ho ritrovato le atmosfere di 1984 di Orwell, con gli uomini ridotti a numeri. Il nostro mondo sta diventando sempre più simile a quello descritto nel libro». Caviezel interpreta il newyorkese Michael, che si ritrova nella cittadina-prigione dove viene ribattezzato ‘6’. Sembra credere che quella società renda felici ma non perde il desiderio di riconquistare la propria individualità e libertà, scontrandosi con il leader ‘2’ interpretato da Ian McKellen.
«Questa fiction è un’opera profonda che tocca il nostro subconscio – spiega-. Dopo la guerra fredda, che faceva da sfondo al primo The Prisoner (interpretato da Patrick McGoohan, coautore anche di varie puntate, morto all’inizio del 2009) non si immaginava qualcosa di peggio, e invece oggi viviamo minacciati dal terrorismo globale, dalla corruzione, dallo strapotere delle multinazionali. Siamo tutti ridotti a numeri, viviamo circondati dalle telecamere, abbiamo perso la privacy. Dobbiamo chiederci fino a che punto si possa arrivare». L’attore quarantaduenne, padre di un bambino di due anni, è tornato volentieri a Roma: «È la mia città preferita dopo il mio Paese. Gli italiani sono circondati dalla bellezza e trasmettono la gioia di vivere con il loro sorriso. La Passione di Cristo è stata una delle cose più importanti che ho mai interpretato ed è stata realizzata principalmente da italiani.
«Qui a Roma ho trovato la fede, riesco ad accedere alla mia anima, ci verrei a vivere, ci sono opere come quelle di Leonardo e Michelangelo che mi hanno profondamente ispirato». Cattolico fervente, si definisce ”ribelle con una causa” ma non vuole soffermarsi sul suo attivismo ‘neocon’, che l’ha portato anche a realizzare uno spot contro la ricerca sulle cellule staminali. Tra i suoi prossimi progetti un film su Guglielmo Tell, sempre diretto da Nick Hurran, per ora in attesa di finanziamenti.