Checco Zalone apre l’anno senza fuochi d’artificio. Per Quo Vado? il nuovo film del comico pugliese, indiscusso campione d’incassi, diretto da Gennaro Nunziante, il produttore Pietro Valsecchi non ha badato a spese mandandolo in giro per il mondo per diciassette settimane, fino al Polo Nord, pur di non perdere il “posto fisso”. E Medusa ha invaso ben mille e trecento schermi, a partire dalla mezzanotte del 31 dicembre, sperando di bissare il record di otto milioni di biglietti venduti per la precedente pellicola Sole a catinelle.
Sicuramente i fan di Checco, in astinenza da un paio d’anni, non deluderanno le aspettative, visto che la canzone che ha scritto sulla Prima Repubblica che non si scorda mai, in cui mima il molleggiato mentre elenca le piaghe che da sempre infestano la nostra Penisola senza soluzione di continuità, è già terza nella classifica dei navigatori virtuali. Ma il fenomeno comico al secolo Luca Medici, stavolta ha smorzato la sua geniale, graffiante ironia, per tentare la assai più impervia via della sofisticata commedia all’italiana, quella dei Risi, Monicelli, Sonego per intenderci, dove ultimamente si sono pesantemente arenati altri suoi colleghi dal passato comico folgorante.
Lui e il regista Gennario Nunziante hanno lavorato sodo per sfornare questo ritratto dell’ Italia d’oggi, ovviamente la peggiore, disposta a tutto pur di non mollare la poltrona, pensando l’impiegato statale come una sorta di patriota salvatore della democrazia ma, purtroppo, hanno ammesso presentando il film a Roma “non lasciandoci contaminare da ciò che abbiamo fatto prima” .
E forse il guaio è proprio questo: aver voluto dare più aria alla storia e meno spazio alle sferzanti e divertenti battute che hanno reso celebre e per certi versi unico il protagonista, facendo stavolta ridere molto meno e a denti stretti.