“Se ti piace giocare fallo ma con giudizio”. Lo sostiene il professor Norbert Bolz nel saggio Chi non gioca è malato. Il vero pericolo è il rischio che si alimenti l’illegalità. Contro i pregiudizi sul gioco legale, per evitare comportamenti sbagliati e dare la giusta informazione, Alessandro Aronica, Gianfranco Bonanno, Castrese De Rosa, Giovanni Leone, Cosimo Nacci, Livia Salvini, Francesco Vergine hanno pubblicato Gioco pubblico e raccordi normativi per far luce sul marasma legislativo che attualmente regola il settore del gioco legale. A presentarlo a Roma, a Palazzo Rospigliosi, con gli autori anche due popolari attori figli di giocatori incalliti: Christian De Sica e Remo Girone.
“Azzardo è il termine di cui si abusa impropriamente per descrivere il gioco legale autorizzato e su cui ruotano dicerie, leggende, sogni e delusioni” sottolinea nella prefazione Paolo Leone che, come avvocato, ha studiato le regole e poi vissuto la loro applicazione in diretta con le imprese del gioco, coraggiose per la tenacia dimostrata nonostante alcuni scossoni legislativi, le ingiuste campagne mediatiche e i pregiudizi.
“Il libro non parla solo di un passaggio che può essere cruciale per la sopravvivenza stessa del mondo del gioco e di cui il legislatore dovrà farsi carico – ha spiegato il presidente del gruppo Novomatic (gestore di 150 sale gioco, negozi di scommesse e piattaforme di gioco a distanza) Franco Sergio Rota –. Nasce circa un anno fa dal dibattito che ora attende la Conferenza Stato Regioni e che deve trovare una difficile, ma possibile mediazione”. “Non è l’unico libro che abbiamo sponsorizzato. Crediamo che sia fondamentale impegnarsi per fornire un’informazione oggettiva sul nostro settore. Il primo passo nella costruzione di una cultura del gioco” ha aggiunto l’Ad del gruppo Massimo Ruta.
“Papà era un giocatore tra i più incalliti del mondo – ha raccontato Christian De Sica -. Ho imparato osservando mio padre, che di fronte al gioco perdeva la testa, quanto sia importante combattere e prevenire comportamenti potenzialmente dannosi”. “Anche il mio era un forte giocatore – gli ha fatto eco Girone – io mi limito a finanziare amici e signore amanti del gratta e vinci”. Malgrado la ludopatia del padre ne abbia segnato l’infanzia, Christian De Sica non ha dubbi: “Riapriamo i Casinò”.