Ambiguità. È questa la parola che secondo Sergio Rubini meglio definisce il suo nuovo film Colpo d’Occhio con Riccardo Scamarcioe Vittoria Puccini, che la 01 distribuirà dal 20 marzo in ben 420 copie. Scamarcio dovrebbe attirare in sala le solite frotte di ragazzine adoranti, ignare però che stavolta non vedranno il loro idolo impegnato ad amoreggiare con qualche bella fanciulla nella solita commedia giovanile, ma in una sorta di film noir impegnato a scalare ad ogni costo le irte vette del successo nell’esclusivo e complesso mondo dell’arte contemporanea. L’attore pugliese interpreta Adrian, un giovane scultore che sceglie una scorciatoia pericolosa per imporre al mondo le sue opere. S’invaghisce di Gloria (Puccini) una bella e giovane studiosa d’arte e la strappa all’illustre critico Lulli (Rubini) che da anni è il suo amante. La vendetta sarà perfida e sottile. Nella foga di acchiappare l’agognato successo Adrian rovinerà il rapporto amoroso, farà altri passi falsi sul lavoro, accusato di plagio cadrà dal suo fragile piedistallo, fino al colpo di scena finale in cui la perfidia del vendicativo Lulli verrà allo scoperto. Rubini per raccontare il doppio, l’ombra, un certo stato d’animo ha scelto il genere noir, ma la storia risulta prevedibile attimo dopo attimo, priva di pathos, di sorprese nei dialoghi, talvolta poco credibile per le eccessivamente lussuose location, come la casa principesca che la giovane coppia affitta a poco prezzo senza alcun sospetto o il lussuoso jet privato con cui si sposta il maestro. E che dire dei “furti” fatti a Kubrick, dalla locandina “rubata” ad Arancia Meccanica al titolo Colpo d’occhio che tradotto sarebbe proprio Eyes Wide Shut!. E se in un film complesso e ben riuscito come La TerraRubini ci aveva fatto assaporare con piacere i sapori della sua Puglia, l’accoppiata col conterraneo Scamarcio non ha sortito le stesse emozioni.
di Betty Giuliani