Siamo testimoni di una tragica morte: un ragazzo inseguito da cinque balordi si spinge sulla terrazza condominiale di uno stabile. Piove a dirotto. Il giovane per tentare una via di fuga sale sul cornicione ma scivola giù e muore sul colpo. Saltiamo avanti di venticinque anni e troviamo uno di quei balordi che si fa saltare la testa con un revolver. È l’Ispettore Francesco De Bernardi (Francesco Nuti) a indagare sulle motivazioni del folle gesto e se a dare gli ordini non ci fosse un magistrato molto legato ai fatti, il caso si potrebbe chiudere nell’archivio in un paio d’ore, ma in effetti così non è. Il Giudice Santamaria (Gabriele Ferzetti) conosce perfettamente sia il suicida che i dettagli di quel caso irrisolto di venticinque anni prima e pretende che sia proprio De Bernardi a riaprire il caso. Il regista Claudio Fragasso, noto per film come Strike Commando, Hercules e i sette gladiatori, Night Killer e White Apache, riporta sul grande schermo Francesco Nuti assente da cinque anni e lo inserisce in un ruolo per nulla semplice. Con il giudice Santamaria conduce una partita a scacchi dentro e fuori la scacchiera, a casa deve subire gli slogan no-global del figlio Stefano (Lorenzo Balducci).
Retorica a go-go e facili colpi di scena fanno di Concorso di colpa un film mancato, con personaggi affascinanti ma spinti al limite della loro manovrabilità, con un substrato socio-politico talmente sfacciato da offrire più occasioni di risa che di riflessione, con inserti incomprensibili come un posticcio Rino Gaetano – con tanto di cappello a cilindro – che intrattiene i ragazzi del “branco”. Spiace dirlo ma la “lotta continua” del gruppo formato da Alessandro Benvenuti, Luca Lionello e Massimo Bonetti, non ha abbastanza verve per convincere ed ha proprio in Francesco Nuti l’anello debole della catena. Con quelle fossette sulle guance in bella mostra al primo accenno di sorriso è difficile rimanere seri e quando entrano in scena pistole, uccisioni e sangue, ci si aspetta sempre lo scherzo dietro l’angolo. A Balducci, sempre piuttosto convincente nel ruolo del figlio ribelle, il consiglio di scegliere una volta tanto una parte dove poter mostrare un sorriso invece del solito occhio nero. L’idea di base di Concorso di colpa non è male, e il personaggio più riuscito è sicuramente quello di Luca Lionello, ma la sceneggiatura di Rossella Drudi è terribile, e ancora più terribile è la notizia che i soldi dei contribuenti sono stati usati per la produzione. Possibile che in Italia secondo il nostro Ministero dei Beni Culturali non c’era nulla di meglio da finanziare?
di Alessio Sperati