Vincenzo Salemme non ama rischiare. Anche per il suo sesto film, Cose da pazzi, prende a prestito l’omonima pièce che in palcoscenico gli ha fruttato fragorosi applausi, risate e miliardi e con i capisaldi della sua compagnia teatrale, Maurizio Casagrande e Teresa Del Vecchio, ce la risforna riveduta e corretta nei dialoghi e nei personaggi quel tanto che basta per renderla più a misura del grande schermo, con l’aggiunta del veterano collaudato Carlo Croccolo e dell’ormai inseparabile ex cabarettista Biagio Izzo, che ha ereditato per il cinema da Neri Parenti e dai Vanzina. Una commediola che strapperà risate agli amanti della farsa infarcita di battutine scontate e dei personaggi sopra le righe. Come quelli incarnati da Salemme: il nevrotico e aggressivo ispettore dell’Inps, il postino fastidiosamente balbuziente, l’improbabile suora. Una carrellata di “grilli parlanti” che si impegnano a turbare la già ansiogena vita del povero Cocuzza (Casagrande), integerrimo funzionario statale che negò la pensione d’invalidità “morale” a un quarantenne “tossimocame ideologico” in crisi d’astinenza dopo il crollo del Comunismo, i cui ideali avevano scandito l’esistenza, e che, come risarcimento, chiese la pensione.
L’integerrimo Cocuzza ovviamente la negò, ma anni dopo non restò insensibile ai bigliettoni da 500 euro che cominciò a ricevere mensilmente in anonimi pacchetti postali. Soldi che non osò spendere, ma mai resi al mittente, malgrado il turbato funzionario li sospettasse di provenienze malavitose. Il meccanismo del gioco degli equivoci tragicomico e a tinte gialle dagli imprevedibili, seriosi risvolti, ben oleato per il palcoscenico, nel film si inceppa tra le pieghe di una comicità che naufraga nel marasma di caricature esasperate, spesso al limite del sopportabile, come la sfiorita sorella zitella del Cucuzza, madre nubile di un ragazzone ritardato, che col crescere del bottino vede ricomparire il truffaldino amante (Izzo) di cui da anni ormai aveva perso le tracce. Ma chi al cinema chiede la risata facile sarà nuovamente accontentato dall’attore e regista campano formatosi alla scuola dei De Filippo, che anche stavolta non mancherà di scalare le vette dell’esangue cinema italiano.
di Betty Giuliani