Sorridere, pensare, riflettere sull’Italia di oggi. Lo si fa con Lontano Lontano di Gianni Di Gregorio, prodotto da Angelo Barbagallo con l’ausilio dei francesi di Le Pacte e Rai Cinema, nelle sale dal 20 febbraio con Parthenos. Un film come i suoi precedenti pieno di grazia, che ha scritto e diretto a “centimetro zero”, per mettere a fuoco la difficoltà di molti pensionati di arrivare a fine mese. Un malessere sordo ma crescente, che fa nascere in molti la voglia di scappare all’ estero, negli agognati nuovi paradisi fiscali per la terza età.
L’idea di portare questo tema molto attuale sul grande schermo gliel’ha suggerita Matteo Garrone, certo che solo un autore-poeta come lui avrebbe potuto dar vita a un “gioiellino” ricco di sentimento e semplicità, nel quale Di Gregorio si è pure ritagliato il ruolo di protagonista accanto a Giorgio Colangeli e al compianto Ennio Fantastichini. Un impareggiabile attempato trio, che scatena risate e commozione mostrandosi nella banale, spigolosa quotidianità dalla quale la fuga sembra offrire l’unica possibilità di riscossa. Complice nella ricerca della giusta meta un algido professore all’ apparenza super partes, cui dà vita un ineguagliabile Roberto Herlitzka, con il quale il trio instaura un surreale, gustosissimo dialogo.
Una pellicola apparentemente semplice, dietro la quale c’è invece un gran lavoro di scrittura, durato più di un anno e mezzo, per dare la giusta attenzione alla parte positiva dell’uomo che, sostiene Di Gregorio, andrebbe rispolverata, come per nostra fortuna fa sempre lui con le sue storie. La sceneggiatura, inizialmente molto forte e definita, è stata arricchita dalle improvvisazioni dei protagonisti che hanno trascinato tutto il film.
L’ autore ha ambientato il film nei mille angoli spettacolari di Roma, i suoi luoghi dell’anima, rendendo con il suo modo essenziale di girare particolarmente vere immagini solitamente da cartolina. Con la sua romanità colta, misurata, tollerante, pigra, fa anche stavolta un elogio alla lentezza, all’ accoglienza del diverso che ancora c’è e che ha voluto sottolineare con un tenero colpo di scena finale. Il suo messaggio? “Non si invecchia mai. Se vuoi fare qualcosa puoi a qualunque età. Devi provarci”.