La nuova fiction di RaiUno in onda da domenica 28 e divisa in sei puntate
Odi, amori, tradimenti, ambizioni, ricchezze vere o apparenti e tanti volti amati delle soap più gettonate. Ci sono proprio tutti gli ingredienti per tenere incollato al piccolo schermo il pubblico fiction-dipendente di RaiUno con Paura d’Amare, un nuovo e intenso melò sentimentale diretto da Vincenzo Terracciano, in onda in sei puntate da domenica 28 novembre in prima serata. Protagonisti di questo feuilleton, tratto da un soggetto della scrittrice “a luci rosa” Maria Venturi, sono Giorgio Lupano, Barbara Livi, Marco Falaguasta, Paolo Lanza, presi in blocco (come molti altri del cast italiano) dalle più popolari e amate soap, tra cui Incantesimo, e dalla new entry Erica Banchi, fresca diplomata del Centro Sperimentale di Cinematografia. Prodotto dalla Titania di Ida Di Benedetto (che si è riservata anche una particina) per Raifcition, girato per sole tre settimane a Torino e per altri sei mesi nella molto più economica ma ugualmente sfarzosa Serbia, con l’aggiunta di una valanga di attori e maestranze locali low-cost, questo romanzo popolare racconta l’amore bello e tormentato tra un ricco e giovane vedovo e un’orfana, povera ma bella.
Una storia di passione, intrighi, sotterfugi e colpi di scena, con tanto di ex terrorista graziata che cela un inquietante segreto. Il tutto ambientato tra ville lussuose, grandi feste, abiti sontuosi. Insomma, tutto ciò che dovrebbe intrattenere e far sognare. «In un primo momento i due sembrano non avere assolutamente niente in comune ma non potranno fare a meno di innamorarsi – spiega Giorgio Lupano -. Lei riuscirà a farsi amare dai figli di Stefano e lo metterà in guardia dalle persone e dagli intrighi del suo ambiente». «È un melodramma che sconfina con la commedia sentimentale. Perché il pubblico continua a voler vedere film d’amore? – si chiede il regista -. Per farci avere paura dell’amore, se no che amore è?» «Per amare ci vuole coraggio – aggiunge Ida Di Benedetto -, ci vogliono i ‘muscoli interiori’. Oggi le coppie sono troppo razionali, ma l’amore non è razionalità. È un evento vedere due veramente innamorati, è una magia che si sta perdendo. La paura d’amare che raccontiamo può essere educativa!»
Molti di loro hanno manifestato nei giorni scorsi per i tagli allo spettacolo e contro la “delocalizzazione” che sposta la maggior parte dei set nei paesi dell’Est. Proprio come questo prodotto, emigrato per lunghi mesi di riprese in Serbia e Montenegro dove non ci sono sindacati e si lavora anche quattordici ore al giorno, sabato compreso, sottolinea il regista. «Siamo il riflesso di una crisi mondiale – sottolinea Marta Bifano, coproduttrice della fiction -, costretti in un momento di difficoltà ad andare a lavorare all’estero come momento di autocoscienza. La co-produzione ci consente di entrare in Europa, è una potenzialità per esportare i nostri prodotti televisivi in altri paesi del mondo«. «La nostra cultura è bistrattata, alla deriva – aggiunge Ida Di Benedetto -, subiamo il riflesso di quelli che ci governano».
«Almeno venticinque famiglie italiane non hanno lavorato con me per questa fiction – ammette Terracciano -, e questo alla lunga porterà alla distruzione del nostro know-how». «È una contingenza, anche la televisione deve fare sacrifici, ridurre i costi – spiega Paola Masini di Raifiction -, anche RaiUno deve far quadrare i conti senza far calare la produzione, non vogliamo far spegnere la passione del pubblico per questo genere. Speriamo che dover andare all’estero sia solo una fase transitoria, un’onda che passerà. Comunque è bene guardare fuori dai nostri confini per rendere il prodotto internazionale».