Note positive e negative della kermesse musicale appena iniziata
Ma quando comincia Sanremo? Ce lo chiedevamo l’altra sera, quando sul palco dell’Ariston sono sfilati tutti tranne l’attesa, rinata, canzone italiana. Soffocata sul nascere tra i siparietti similcomici Fazio-Littizzetto scippati a Che tempo che fa di Rai3 e le imitazioni di Crozza, divertenti e appropriate a Italialand di La7, ma non qui. E Rai1, dove ha nascosto il tanto osannato Festival della Canzone? Non vorrà mica farci credere il neodirettore della rete ammiraglia, Giancarlo Leone, che quello che è andato in onda martedì 12 febbraio 2013 dalle 20,40 era la prima serata di un Festival strombazzato come “nuovo, trasgressivo”, distrutto in un pugno d’ore dal peggio della satira politica, da un Fazio fintamente imbarazzato e balbettante, con al fianco la “fatina” sboccata di sempre che, in questo contesto, stona più di certi cantanti in gara.
La kermesse si apre “moscia”, senza i le lustrini e paillettes necessari a questo tipo di kermesse, dove la bella musica ormai latita da anni. Il via, in onore del bicentenario di Verdi, è sulle note (sempre belle, ma che c’entrano con Sanremo?) del Nabucco, col poderoso coro dell’Arena di Verona diretto da Mauro Pagani (il direttore musicale del festival) che intona il “va’ pensiero”, per la gioia dei leghisti, che da sempre lo vorrebbero come inno nazionale. Fazio, seduto su un gradino, sottolinea che il festival è popolare, come Verdi, che ha scritto arie simbolo della nascita dell’ Italia, della sua unificazione.
Sì, vabbè, ma quando comincia il Festival?
Non servono a dare smalto all’anteprima neppure i bravi Dose e Presta del mitico, radiofonico Ruggito del coniglio, con battute poco graffianti, del tipo «È l’unica istituzione che ancora resiste, non si dimette nessuno, nemmeno a pregarlo», seguite dalla solita litania infinita degli sponsor.
Sì, vabbè, ma quando comincia il Festival?
Arriva la star di quest’anno, “Lucianina”, su un cocchio tirato da quattro cavalli bianchi, col cocchiere che, annuncia lei originale «È un esodato della Fornero». In abito nero lungo, ma sguaiata come sempre, vorrebbe fare l’elenco dei politici più pirla, dice a Fazio «Sei molto figo, come un’oliva taggiasca». Legge un’insulsa letterina indifrizzata a Sanremo, che esordisce “come santo non esisti”, e via coi doppi sensi a gogo, sulle rime che potrebbe fare con Gualazzi, sulla farfallina di Belen, finendo col pronunciare in modo liberatorio, soddisfatta come i bambini piccoli, la parola culo. Con Lorella Cuccarini e Giletti a far la claque sottopalco.
Sì, vabbè, ma quando comincia il Festival?
Fazio presenta i primi cantanti, spiega il meccanismo del televoto con cui si sceglie quale tra i due brani andrà in concorso. Luciana mostra l’orchestra di “figoni”. Al terzo concorrente la noia fa già capolino, per non parlare della sfilata di ospiti inutili che impiegano più tempo a scendere la scalinata che ad annunciare la canzone che proseguirà la corsa.
Sì, vabbè, ma quando comincia il Festival?
Noia mortale, dopo due ore di musica che non “buca”, tra un’interruzione pubblicitaria e l’altra. Finalmente, alle 22.40, sullo scalone appare Crozza, che Fazio annuncia come la “nuova proposta”… Silvio. Cantare canta, con la voce e l’aspetto dell’ex premier, ma prima getta banconote alla sala dicendo “sono i vostri, avanzati dalla ricostruzione dell’Aquila”. Continua: «Fare Totò o tagliare i fondi alla scuola pubblica mi diverte ugualmente, sono anni che lo faccio, e voi mi votate. C’è la Boccassini in sala? No, allora canto» (imitando Aznavour). Ma il pubblico in piccionaia non ci sta, gli grida “basta politica, vai via”. Gli danno del Pirla, urlando in coro “vai a casa” interviene Fazio: «Non vale, non si offende nessuno. È uno di comici più apprezzati, non ci si deve approfittare del festival di Sanremo per farsi notare con due urli». Con la presa per il culo (come dice la Littizzetto) dei politici invece sì? Crozza tenta di sedarli, quelli insistono a gridargli fuori, fuori, fuori. «La mia non è propaganda, è osservare la realtà – riprende un mesto Crozza -. Sanremo è il momento in cui tutta l’Italia sta davanti alla tv, tutto si blocca, come quando c’è la campagna elettorale, e ora coincidono. Cos’hanno in comune festival e elezioni? Che chiunque vinca non conta una mazza». È vero.
Ma quando comincia il Festival?