Dal 30 settembre in sala l’action capolavoro di Refn
Chi ama i thriller, noir, sentimentali e pulp, carichi di tensione, azione, amore e estrema violenza non resterà deluso da Drive, il film di Nicolas Winding Refn, tratto dall’omonimo romanzo di James Sallis, premiato a Cannes per la regia, nelle sale dal 30 settembre. La storia ricorda i noir esistenziali anni ’50 con richiami a Dario Argento, fortemente adrenalinico, perfettamente diretto e stupendamente interpretato dall’emergente Ryan Gosling (protagonista anche delle Idi di Marzo di Clooney di prossima uscita).
Acquistato a Cannes dai Lucisano e distribuito in trecento copie dalla 01, il film ha per protagonista uno stuntman cinematografico senza gloria né passato che “arrotonda” facendo l’autista per rapinatori, che guida a rotta di collo via dai luoghi dei misfatti e dalle mani dei poliziotti che li inseguono. Un freddo, impenetrabile misantropo, che si scioglierà solo con l’ amicizia della bella vicina di casa (Carey Mulligan) e del suo pargoletto, conquistandosi persino la fiducia del capofamiglia uscito fresco di galera, che aiuterà in un ardito colpo dai tragici risvolti.
«La cosa migliore anche al cinema è l’emozione individuale e la reazione di ogni singolo spettatore. L’amore assoluto è sempre un’emozione molto violenta. Il protagonista si muove tra questo amore assoluto e irraggiungibile e il mondo violento in cui vive – spiega il regista danese, a Roma per presentare il film -. Non sono un violento – prosegue – ma seguendo il mio istinto finisco per creare la violenza. Sono cresciuto con i film di Dario Argento e Sergio Leone. I film d’azione e violenza vengono da Hollywood, ma gli italiani hanno saputo dargli un senso poetico straordinario. Per Drive ho rubato tantissimo da Argento e da Iacopetti e Prosperi, che alla fine è quasi un film italiano».
Il film è basato sull’omonimo romanzo di Sallis, a sua volta ispirato al film The Driver del ’77 di Walter Hill con Ryan O’Neal, che Refn confessa di aver visto poco prima dell’inizio delle riprese. «Mi sono ispirato anche alle favole dei fratelli Grimm – aggiunge – alle storie dure che diventano cupe ma che hanno sempre una morale. La prima metà della pellicola dà l’illusione di un amore assoluto, poi il registro cambia, arrivando alla violenza estrema, accentuazione della realtà. L’arte in fondo è un atto di violenza».
Refn continuerà col suo cinema visionario e provocatorio a Natale, quando girerà a Bangkok il nuovo film Only God Forgive, ancora con Goslin e con Kristin Scott Thomas.