Clint Eastwood non sbaglia un colpo. Stavolta fa centro con l’ “ammaraggio” spettacolare sugli schermi del film drammatico Sully, coinvolgente, senza mai sconfinare nel catastrofico malgrado ruoti intorno a uno sfiorato disastro aereo. Per la prima volta affida all’eccellente Tom Hanks il ruolo di protagonista della storia, tratta dal libro Highest Duty, del capitano Chelsey Sullenberger che il 15 gennaio 2009, con un coraggioso ammaraggio d’emergenza sulle acque gelide del fiume Hudson, salvò tutti i 155 passeggeri e l’equipaggio del volo 1549 dell’airbus A320 della US Airways da lui pilotato. Al suo fianco, nel ruolo di copilota Aaron Eckart e Laura Linney in quelli della moglie.
Colpito da uno stormo di oche che sfondarono entrambe i motori poco dopo il decollo, “Sully” dovette decidere in una manciata di secondi come mettere in salvo passeggeri e equipaggio. Elogiato inizialmente per quella impresa eroica senza precedenti, fu al centro della feroce inchiesta della National Transportation Safety Board, rischiando di veder andare in fumo reputazione e carriera.
Distribuito da Warner Bros, emozionante, perfettamente bilanciato grazie alla sceneggiatura di Todd Komarnicki, alla suggestiva fotografia di Tom Stern, alla musica di Christian Jacob, al maltempo che ha fornito l’atmosfera voluta dal regista, il film prodotto e distribuito da Eastwood oltre a narrare i fatti realmente accaduti e le straordinarie operazioni di soccorso, scandaglia le conseguenze di quell’arduo gesto, contestato duramente dalla commissione incaricata di far luce sui fatti. E, soprattutto, penetra a fondo nell’animo del protagonista, mettendo in luce le sue trattenute emozioni prima e dopo aver preso decisioni all’apparenza azzardate, affrontate senza un attimo di panico, deciso a difenderle fino in fondo con le prove.
Il regista, che fu protagonista di un’analoga vicenda, giovane passeggero di un aereo dell’esercito che finì nel Pacifico dopo una tempesta, ricorda:”Mi sono ritrovato in acqua e nuotando a poche miglia dalla riva ho pensato: ‘Beh, 21 anni sono pochi per una persona che vuole vivere’. Suppongo che anch’io al posto del pilota avrei azzardato un ammaraggio”.
“Ho scelto il minore dei mali avendo perso la spinta di entrambi i motori ho capito rapidamente che il fiume era la soluzione migliore – spiega lo stesso Sullenberger, che ha condiviso nei dettagli la sua esperienza con i protagonisti del film-. Non c’era nessun’altra zona abbastanza lunga, larga e piatta da permettere a un aereo di linea di atterrare”.
“E’ stata una fortuna che avesse circa 20mila ore di volo alle spalle” commenta Hanks che, oltre alla straordinaria somiglianza fisica col vero Sully (che appare con la moglie nei titoli di coda) ne ha magistralmente ricreato il conflitto interiore.