Riscatto è il titolo dell’avvincente libro di esordio del siciliano Federico Bianca, pubblicato da Felici Editore, già vincitore all’Etnabook nella Sezione Narrativa Saggio, oltre che al Premio Letterario Roma International, manifestazione dedicata ai nuovi talenti in campo artistico.
Riscatto ha una struttura molto originale e si compone di vari racconti, carichi di tensione e di pathos, che si susseguono l’uno dopo l’altro a formare uno scrigno di emozioni, come tante perle di una preziosa collana.
Le storie sono apparentemente l’una diversa dall’altra, offrendo una varietà di ambientazioni, di personaggi agli antipodi, di situazioni e paesaggi di differente caratura.
Eppure sono legate da un sottilissimo filo che le tiene unite, in un perverso gioco di specchi riflessi dove il tutto e il niente, il buono e il cattivo sono in strettissima simbiosi, rovesci di una stessa medaglia, ambigua e pericolosa al tempo stesso.
Questa medaglia è semplicemente la vita, fatta di momenti esaltanti e di sconfitte, di amarezze e di follia, di sbagli e di resurrezioni.
I protagonisti dei racconti di Riscatto hanno tutti, sotto forme diverse, qualcosa da farsi perdonare o di cui non andare fieri, ma lucidamente lasciano che il corso degli eventi faccia il suo ineluttabile percorso, lasciandolo nelle mani del destino. Quel destino che loro stessi hanno contribuito ad alimentare, in un vortice di impulsi contrastanti dove però non c’è spazio per rimorsi o rimpianti.
Secondo l’autore la morale è una entità fine a se stessa e nessuno ha il diritto di ergersi a giudice degli altrui comportamenti: non a caso egli non prende posizione, si limita a raccontare in maniera distaccata, asettica, senza compiacimenti o facili lusinghe. Ma non per questo meno coinvolgente.
La particolarità di Riscatto è che le trame del puzzle si svolgono in varie parti del mondo molto distanti tra di loro, come a sottolineare l’universalità del messaggio che Federico Bianca vuole divulgare.
La cosa che personalmente mi ha colpito subito leggendo questo volume è la scrittura di tipo cinematografico. Il lettore “vede” in immagini ciò che legge, come se fosse la sceneggiatura di un film e non un semplice romanzo.
Lo stile è essenziale, asciutto, senza fronzoli, eppure elegante e colto, a valorizzare l’effetto suspense dall’inizio alla fine.
Ogni episodio poi è talmente condensato che da solo, se opportunamente sviluppato, potrebbe fornire lo spunto per un intero lungometraggio per il grande schermo.
E ogni singolo racconto è comunque in grado di catturare l’attenzione, di prendere il lettore e trasportarlo in una dimensione irreale di fantasia, ma senza prescindere dalla verità, in un crescendo di sorprese e colpi di scena degni dei thriller della migliore tradizione.
Risulta evidente la passione dell’autore per certo cinema noir, soprattutto americano, che un tempo veniva snobbato dalla critica ma che in seguito è stato nobilitato da molti maestri della settima arte.
Un libro che mi sento di consigliare perché ha un target di riferimento molto ampio, in grado di soddisfare qualunque palato, da quello di estrazione intellettuale all’amante della letteratura di genere.
Bianca riesce sorprendentemente a coniugare l’elemento spettacolare con un messaggio tutt’altro che banale, senza comunque esagerare con eccessivi virtuosismi, che a volte possono risultare fastidiosamente ridondanti.
Sono proprio il senso della misura e il sapiente dosaggio degli ingredienti spettacolari il valore aggiunto di Riscatto, opera prima di un talento che lascia intravedere un avvenire di sicuro successo.
Pierfrancesco Campanella
Riscatto ha una struttura molto originale e si compone di vari racconti, carichi di tensione e di pathos, che si susseguono l’uno dopo l’altro a formare uno scrigno di emozioni, come tante perle di una preziosa collana.
Le storie sono apparentemente l’una diversa dall’altra, offrendo una varietà di ambientazioni, di personaggi agli antipodi, di situazioni e paesaggi di differente caratura.
Eppure sono legate da un sottilissimo filo che le tiene unite, in un perverso gioco di specchi riflessi dove il tutto e il niente, il buono e il cattivo sono in strettissima simbiosi, rovesci di una stessa medaglia, ambigua e pericolosa al tempo stesso.
Questa medaglia è semplicemente la vita, fatta di momenti esaltanti e di sconfitte, di amarezze e di follia, di sbagli e di resurrezioni.
I protagonisti dei racconti di Riscatto hanno tutti, sotto forme diverse, qualcosa da farsi perdonare o di cui non andare fieri, ma lucidamente lasciano che il corso degli eventi faccia il suo ineluttabile percorso, lasciandolo nelle mani del destino. Quel destino che loro stessi hanno contribuito ad alimentare, in un vortice di impulsi contrastanti dove però non c’è spazio per rimorsi o rimpianti.
Secondo l’autore la morale è una entità fine a se stessa e nessuno ha il diritto di ergersi a giudice degli altrui comportamenti: non a caso egli non prende posizione, si limita a raccontare in maniera distaccata, asettica, senza compiacimenti o facili lusinghe. Ma non per questo meno coinvolgente.
La particolarità di Riscatto è che le trame del puzzle si svolgono in varie parti del mondo molto distanti tra di loro, come a sottolineare l’universalità del messaggio che Federico Bianca vuole divulgare.
La cosa che personalmente mi ha colpito subito leggendo questo volume è la scrittura di tipo cinematografico. Il lettore “vede” in immagini ciò che legge, come se fosse la sceneggiatura di un film e non un semplice romanzo.
Lo stile è essenziale, asciutto, senza fronzoli, eppure elegante e colto, a valorizzare l’effetto suspense dall’inizio alla fine.
Ogni episodio poi è talmente condensato che da solo, se opportunamente sviluppato, potrebbe fornire lo spunto per un intero lungometraggio per il grande schermo.
E ogni singolo racconto è comunque in grado di catturare l’attenzione, di prendere il lettore e trasportarlo in una dimensione irreale di fantasia, ma senza prescindere dalla verità, in un crescendo di sorprese e colpi di scena degni dei thriller della migliore tradizione.
Risulta evidente la passione dell’autore per certo cinema noir, soprattutto americano, che un tempo veniva snobbato dalla critica ma che in seguito è stato nobilitato da molti maestri della settima arte.
Un libro che mi sento di consigliare perché ha un target di riferimento molto ampio, in grado di soddisfare qualunque palato, da quello di estrazione intellettuale all’amante della letteratura di genere.
Bianca riesce sorprendentemente a coniugare l’elemento spettacolare con un messaggio tutt’altro che banale, senza comunque esagerare con eccessivi virtuosismi, che a volte possono risultare fastidiosamente ridondanti.
Sono proprio il senso della misura e il sapiente dosaggio degli ingredienti spettacolari il valore aggiunto di Riscatto, opera prima di un talento che lascia intravedere un avvenire di sicuro successo.
Pierfrancesco Campanella