Marco Giallini e Claudio Santamaria nuova coppia di agguerriti esattori. I due attori hanno da poco terminato le riprese di Rimetti a noi i nostri debiti scritto e diretto da Antonio Morabito che stavolta più che a un film di denuncia (come il Venditore di medicine) punta sui personaggi, sul loro cambiamento. La pellicola affronta uno dei mestieri paradossali, l’esattore di crediti, che dà il tormento ai debitori mettendoli alla gogna. L’idea, racconta l’autore, l’ha “rubata” a una società di recupero spagnola che, in tutta legalità, sguinzaglia i suoi mastini vestiti in Frac a fare stalking ai poveri cristi, costringendoli per la vergogna a saldare celermente il dovuto.
Una specie di black comedy con attimi di leggerezza e tanti cambiamenti di tono, girata in sei settimane nelle zone periferiche della capitale, coprodotta da Amedeo Pagani e Marco Belardi con Svizzera, Polonia, Albania, con l’aiuto di Rai Cinema e del Mibact. Santamaria è Guido, magazziniere precario indebitato fino al collo che per sfuggire alle ire dei “cravattari” decide di lavorare per loro, di “sporcarsi le mani” insomma, scoprendo lati anche oscuri del proprio carattere. A istruirlo ci pensa Franco (Giallini), esperto del mestiere, un leone sul campo ma un agnellino nel privato.
Guido sarà introdotto al cospetto di persone umiliate, offese, che hanno perso tutto, dovrà fare i conti con la propria coscienza, costringendo Franco a svelare la propria natura. “Confrontarsi col bisogno di soldi è una metafora dei nostri tempi – spiega Santamaria -, il simbolo di una società che ci mette di fronte a cose che non ci piacciono per sopravvivere”. “Le finanziarie operano nella legalità, spesso al confine, io insegno a superare il limite, a passare all’azione – aggiunge Giallini -. E’ una brutta piaga, storie così se ne sentono di continuo, le banche vendono a pochi soldi debito e debitore a queste società di recupero, che talvolta puniscono anche chi ti presta i soldi per il saldo, perché vogliono che il tuo debito lieviti”.