Gli amori felici sono rari perché non destano la curiosità degli scrittori. Lo sosteneva Cesare Pavese, lo ribadisce Giuseppe Tornatore che anche nel suo nuovo film La corrispondenza (su 400 schermi con 01 Distribution dal 14 gennaio) ripropone una travagliatissima, ossessiva relazione di coppia. Un’ appassionata storia d’amore epistolare, ma adattata ai giorni nostri, tra un attempato, affascinante professore di astrofisica (Jeremy Irons) accasato con prole e una sua bellissima allieva (Olga Kurylenko), che lui caparbiamente continuerà a tener viva anche quando sarà costretto a stare fisicamente lontano dall’amata.
Alimenterà la loro caliente relazione a suon di email, messaggini, videomessaggi, lettere, bigliettini, mazzi di fiori e di chiavi di alcove fatti recapitare al momento giusto, prevedendo e azzeccando ogni mossa e ogni reazione della fanciulla. Lei (che ha scelto di pagarsi gli studi facendo la stuntwoman nei film d’azione, per esorcizzare fantasmi del passato mettendo continuamente a repentaglio la propria vita), seguirà alla lettera le istruzioni dell’amato, cercando di riempire così il vuoto che la attanaglia da quando lui si è inspiegabilmente dileguato.
Di più della trama non è dato svelare, su gentile ma ferma richiesta dei produttori (Paco e Rai Cinema) che hanno investito nel film 10 milioni di euro e sperano di bissare il successo del precedente film di Tornatore, La migliore offerta, più costoso ma stravenduto in tutto il mondo. Un sostegno l’hanno comunque avuto dalla Film Commission dell’ Alto Adige, che per circa un mese ha coadiuvato le riprese tra Bolzano e Bressanone, dove è stata ricostruita un’ Inghilterra di provincia dalle atmosfere del passato.
Il resto il regista siciliano l’ ha girato tra Londra e il suggestivo lago d’Orta, affidando la colonna sonora a Ennio Morricone, fresco di Golden Globe proprio il giorno della presentazione del film alla stampa. Giornata funestata però dalla prematura scomparsa di David Bowie, che Jeremy Irons ha voluto affettuosamente ricordare. “Sono tremendamente triste, ci lascia la sua musica straordinaria – ha confidato –. Se il tuo lavoro di artista comunica con il pubblico, questa comunicazione continuerà anche quando non sei più lì. Lui è stato un grande artista e continuerà a parlare con noi. Pranzai con lui una quindicina di anni fa a New York e rimasi subito affascinato, ha creato arte nella musica, non vedo l’ora di ascoltare il suo ultimo album”. A proposito di amore di coppia l’attore inglese racconta di aver conosciuto Imam prima di David. “Lavorai con lei a New York, la invitai a cena, mi disse che doveva andare a Los Angeles a cercare marito: un anno dopo era sposata con Bowie”.
La vera comunicazione per Irons è quella affidata al linguaggio del corpo, non alla tecnologia: “Non c’è nulla di paragonabile al guardare una persona direttamente negli occhi. Mi preoccupano le nuove generazioni che ricorrono troppo al virtuale, ma forse sono migliori di noi” conclude. Non lo disturba invece essere considerato un sex symbol: “Lo ritengo molto utile, sono grato all’audience femminile”. Tra cui può annoverare anche la bella e brava attrice ucraina sua partner nel film. L’ex bond gir (Quantum of solace), pur avendo recitato a fianco di divi “palestrati” come Daniel Craig-007, Russell Crowe (The water diviner) Tom Cruise (Oblivion), Pierce Brosnan (The november man), Benicio Del Toro (A perfect day) ammette di aver subito il fascino del bel tenebroso attore inglese: “E’ uno dei miei attori preferiti, lo vidi per la prima volta in un film e subito me ne innamorai”.
Sul set invece, come nel film, si sono incontrati poco perché i video erano registrati in precedenza. “E’ una storia molto complicata, unica nel suo genere – spiega Olga-. Tratta l’immortalità dell’amore, che dura quanto una stella che continua a vivere anche dopo morta. L’amore a distanza porta dolore, sembra che sia più facile porvi fine, ma non si può decidere razionalmente di smettere di amare”. Considera la relazione tra i due protagonisti “bella ma un po’ egoistica. Se mi capitasse davvero non ne sarei spaventata, ma devastata”. La cosa più difficile di questo ruolo, spiega “E’ stato mantenere dentro la tristezza per due mesi. Mi sono negata ogni felicità per restare concentrata”. Con Tornatore poi non c’è da scherzare: “E’ molto preciso –racconta Olga-, è impossibile improvvisare, cambiare anche solo una parola”.
Per Tornatore lavorare con grandi attori rende tutto più facile. “Il personaggio di Irons è presente nella storia anche quando non c’è. La tecnologia? Non ne faccio largo uso – confessa – mi incuriosiscono le diavolerie che non so gestire, capire a cosa servono. Questa storia era pronta da quindici anni ma allora sarebbe stata fantascienza, oggi è realistica. Ogni conquista contiene una rinuncia, va usata con equilibrio”. Sul fatto che racconti solo amori tormentati dice: “Storie d’amore semplici non ne ricordo, c’è sempre un elemento di complicazione che fa essere difficile ciò che non lo è. E’ uno schema infinito!”.