Uomini assediati, che tengono imprigionati altri uomini e che trattano per la loro liberazione. Una storia cruda e divertente, una metafora delle disuguaglianze sociali, economiche e razziali, un apologo sulla profonda crisi che ormai stiamo vivendo da anni. La racconta Angelo Longoni nella sua commedia Ostaggi, in scena al Teatro Sala Umberto di Roma dall’8 al 20 novembre con Michela Andreozzi, Jonis Bascir, Pietro Genuardi, Gabriele Pignotta, Silvana Bosi.
Un uomo, che ha appena rapinato un modesto istituto bancario, si rifugia in una panetteria e tiene in ostaggio quattro persone. Inizia una tormentata trattativa con le forze dell’ordine, la situazione è resa difficoltosa e comicamente bizzarra dalla tipologia degli ostaggi: il panettiere, un’anziana pensionata dal precario stato di salute, una donna dai modi sbrigativi e anticonvenzionali che pratica il mestiere più antico del mondo e un extracomunitario.
All’interno di questa piccola comunità iniziano a sorgere contrasti, ostilità e una divertente lotta per la sopravvivenza. La storia procede tra colpi di scena e sorprese sull’identità del rapinatore e sulla vera indole degli ostaggi. Lentamente emerge anche una straordinaria e quasi commovente solidarietà che metterà sullo stesso piano tutti quanti, sequestratore e prigionieri.
Una commedia movimentata, con una costruzione drammaturgica caratterizzata da una comica adesione con la realtà sociale che caratterizza i tempi che viviamo. Un piccolo specchio in grado di riflettere l’anima di una comunità che, a dispetto della disgregazione che sta vivendo, ritrova un’umanità solidale e profonda.