La seconda stagione di Gomorra – La serie torna su Sky Atlantic HD dal 10 maggio alle 21,10, ogni martedì, con due episodi a puntata. Prodotta da Sky Atlantic, Cattleya e Fandango in associazione con Beta Film, diretta da Stefano Sollima, Claudio Cupellini, Francesca Comencini e Claudio Giovannesi, la nuova serie in dodici episodi è sempre intepretata da Marco D’Amore, Fortunato Cerlino, Salvatore Esposito, Marco Palvetti con le new entry Cristina Donadio e Cristiana Dell’Anna. Realizzata in 32 settimane di riprese tra Napoli, Roma e Trieste, in Germania e in Costa Rica, utilizzando più di 400 location con oltre 200 attori, più di 3.500 comparse e una troupe di oltre 600 persone. E già si stanno scrivendo la terza e la quarta stagione.
La prima stagione si è conclusa con l’apertura di un grande vuoto di potere. L’era del clan Savastano, che un tempo regnava incontrastato su Napoli Nord, sembra finita. A contendersi il regno Ciro l’ Immortale, che da subito riprenderà a tramare nell’ombra, esplorando vecchie e nuove alleanze, con l’obiettivo di compiere il grande salto a cui ha sempre mirato. Salvatore Conte, che aveva proposto un’alleanza ai boss dei clan vicini ai Savastano, ora si aspetta una risposta. Malamò e uno sparuto gruppo di “soldati” rimasti fedeli ai Savastano, vivono asserragliati in un pugno di case, apparentemente condannati a morire soffocati dalla nuova alleanza, qualunque essa sia. E infine, in bilico tra la vita e la morte, c’è Genny, il figlio di Don Pietro, colui che è stato il reggente in assenza del padre e che ha visto crollare in pochi mesi un impero costruito in vent’anni di fatica.
Conte, Pietro, Genny e Ciro. Quattro uomini e un reticolo di rapporti che mischiano insieme sangue, affetto, odio e vendetta. Accanto a questi uomini spregiudicati e assetati di potere due nuove, forti presenze femminili: Scianel, una donna ruvida, diffidente e senza scrupoli e Patrizia, una ragazza cresciuta in fretta e con una grande forza d’animo, capace di diventare una vera leonessa. Il futuro apparterrà a chi sarà in grado di stringere l’alleanza più forte. O forse quella più inaspettata.
Il successo della serie è dovuto alla coerenza nel raccontare la realtà senza comprimere i tempi reali, mostrare le dinamiche del potere di certe famiglie in modo diverso dai prodotti americani. Ne è convinto Roberto Saviano autore dell’omonimo libro cui s’ispira la serie (di cui cura il soggetto con gli sceneggiatori Stefano Bises e Leonardo Fasoli). “Gomorra ha portato sullo schermo le facce, le case, con un verismo alla Rossellini” sottolinea il produttore Riccardo Tozzi presentando a Roma la nuova stagione con i vertici Sky, registi e attori al completo. Dal libro di Saviano gli sceneggiatori hanno scartato le storie più inverosimili, hanno approfondito la realtà seguendo varie inchieste sui clan del territorio, parlando coi magistrati, con la gente del posto.
A chi li accusa di troppa crudezza Saviano risponde: “Una serie non deve avere finalità pedagogiche. Stiamo mostrando al mondo la mappatura del potere, ma oggi c’è una fase omertosa innescata da chi ha paura di raccontare male il proprio Paese. Studiare e far emergere questi meccanismi criminali è l’unico modo per spezzarli. Il silenzio è il più grave errore”. Una polemica non troppo velata verso le istituzioni che, spiega, in questa denuncia l’hanno lasciato solo. “Ieri era più facile sentirsi una comunità – sottolinea -, il Sud è sguarnito. Prendersela con chi racconta il male perché diffama il Paese non ridimensiona il fenomeno”. E annuncia una nuova serie per Sky in cui racconterà i percorsi mafiosi internazionali che hanno al centro le donne.