In un momento avvelenato dai social, in cui il mondo non ti ascolta e non ti perdona, la famiglia è un posto dove sentirsi al sicuro. Non è però così per i quattro fratelli che, mentre il padre è in coma, gli vendono La casa di famiglia. E’ quanto accade nella commedia agrodolce, esordio alla regia cinematografica di Augusto Fornari, nelle sale dal 16 novembre.
Per coprire i debiti del fratello farfallone Alex (Lino Guanciale), il compassato direttore di banca Giacinto (Libero De Rienzo), il musicista frustrato Oreste (Steano Fresi), l’ inconsolabile Fanny (Matilde Gioli) mollata dal marito, decidono di disfarsi della dimora ormai fatiscente, cassaforte dei loro ricordi d’infanzia dolceamari.
Passata velocemente di proprietà a un viscido vecchio amico di famiglia che sognava da sempre di metterci sopra le mani (Toni Fornari), svuotata da mobili e orpelli, la casa si renderà invece necessaria per riaccogliere il babbo (Luigi Diberti) imprevedibilmente risvegliatosi dopo cinque anni dal coma, che non può subire traumi ma vivere tranquillo tra le sue mura domestiche, circondato dagli oggetti a lui cari.
I quattro fratelli dovranno fare salti mortali per rimettere temporaneamente le cose a posto, inventando storie assurde, mischiando le carte, facendo finalmente i conti con gli intricati meccanismi dei rapporti familiari, riportando a galla gelosie, invidie, antichi rancori fino allora sopiti.
Una commedia leggera, ricca di gag e colpi di scena, pluricollaudata da Fornari con successo in palcoscenico e ora riadattata per il grande schermo con delicatezza, umorismo e un velo di nostalgia.
“La famiglia è la forma di comunità primaria che ti forma e ti deforma – spiega il regista presentando il film a Roma con il cast -. Talvolta l’idea che hanno di te i genitori rischia di farti crescere diverso da quello che sei”. Una convinzione con la quale ha confezionato i personaggi del film.
“Si è molto più veri dentro che fuori casa – aggiunge convinto Fresi -, con l’affetto i rapporti si ricuciono”. “E’ la divisione dei beni che sfascia le famiglie – gli fa eco Guanciale -, una cosa penosissima che tira fuori il peggio di noi”. “La famiglia numerosa si presta a certe esasperazioni – dice Gioli -, io ho quattro fratelli e tanti zii e cugini, quello che succede nel film spesso è reale. I quattro protagonisti riprendono i rapporti che si erano raffreddati, ritrovano un’armonia”.