Una storia di musica e di grande amicizia sullo sfondo dei mitici anni ’90. Una storia di provincia, di illusioni, di coraggio. Sidney Sibilia e Matteo Rovere portano su Sky Serie tutti i venerdì in prima serata dall’ 11 ottobre Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883. La storia di un successo travolgente, imprevisto e imprevedibile: quello di Max Pezzali e Mauro Repetto, due ragazzi di Pavia, due “underdog”, che in pochi anni diedero vita a una delle band più amate e iconiche della storia della musica italiana. La storia di un’intera generazione. Una dramedy in otto episodi, con protagonisti Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli nei panni, rispettivamente, di Max Pezzali e Mauro Repetto, capaci di dar vita da giovanissimi, negli anni ’90, a un progetto diventato in pochi anni un vero e proprio fenomeno generazionale di portata nazionale. La serie è un coming-of-age che racconta la loro storia e la genesi di alcune delle canzoni più famose del duo che, contro ogni aspettativa, partendo da Pavia, ha cambiato la musica italiana sorprendendo tutti, in primis gli stessi Max e Mauro, ormai icone in grado di far cantare ed emozionare intere generazioni di fan. Un romanzo di formazione, realizzato con l’intenzione di far ridere e commuovere.
«Quando abbiamo cominciato ad avvicinarci alla serie – racconta Sibilia – abbiamo capito fin da subito che il cuore della narrazione era tutto nei testi delle canzoni, tutto l’immaginario, la provincia, la voglia di riscatto e la paura di non farcela, era tutto già lì. E man mano che approfondivamo gli eventi ci rendevamo sempre più conto che la storia di quei due ragazzi in pratica era anche la nostra».
Siamo a fine anni Ottanta. Max ama i fumetti e la musica americana. È un anticonformista, dopo aver trascurato il liceo per seguire nuove amicizie e serate punk, arriva inevitabilmente la bocciatura. Questo fallimento si rivela in realtà una nuova, fatale opportunità: nel liceo dove si trasferisce ha un nuovo compagno di banco, Mauro. La musica rende Max e Mauro inseparabili. Grazie alla forza trascinante di Mauro, Max abbraccia il suo talento e insieme a lui compone le prime canzoni che verranno prodotte da Claudio Cecchetto. Ma quando il successo li travolgerà, Max e Mauro, così diversi, riusciranno a rimanere uniti?
Tutto parte da una tavernetta in una casa qualunque di una cittadina di provincia lombarda degli anni ’90. Lì, due ragazzi giovani e un po’ ingenui, lontanissimi dallo stereotipo di pop star, hanno cambiato la musica italiana diventando la voce di una generazione. Ai concerti di Pezzali, troviamo a cantare a squarciagola cinquantenni a fianco di ventenni, o quarantenni accompagnati dai figli piccoli, la leggendaria storia degli 883 parla a tutti e soprattutto parla di tutti. Non è solo una storia sulla musica, ma è una storia su tutto quello che la musica racconta: amori, sogni e un’amicizia, tanto speciale da meritarsi l’aggettivo “leggendaria”.
Senza la pretesa di portare sullo schermo un racconto del reale, Sydney Sibilia con il suo sguardo appassionato e una profonda conoscenza del periodo, affiancato da Francesco Ebbasta e Alice Filippi alla regia, ha saputo mettere in scena un racconto caldo e unico, portando lo spettatore a fare continue scoperte sulla storia di Max Pezzali, il quale ha sostenuto il progetto dal principio mettendo a disposizione degli autori la propria vita e i propri ricordi.
Un’epoca passata ma comunque ancora viva e risonante nel presente. Un tempo in cui si poteva essere catapultati in vetta alle classifiche senza essere delle star, grazie solo al talento, alla potenza del proprio immaginario e alla capacità di raccontare con sincerità se stessi e la propria generazione. Un tempo in cui la fama era davvero nazionale e amplificata dai mass media, prima che i social frammentassero il pubblico in bolle.
Ogni episodio strizza l’occhio a un genere e porta al pubblico la freschezza delle serie TV e dei film di quel periodo, che sono parte dell’immaginario collettivo non solo di chi c’era e cresceva, ma anche delle generazioni successive. Questo ha reso grandi gli 883, un gruppo che riesce a far cantare e sognare insieme tre generazioni.