Perché nulla vada disperso, la villa romana di Alberto Sordi con tutti gli arredi, ritenuti di valore storico e culturale, sono ora sotto tutela del ministero e diverranno un museo interattivo aperto al pubblico. Non sarà semplicemente un’esposizione di cimeli, foto e ricordi del passato, ma un luogo “vivo”, che avvicini i giovani alla cultura cinematografica e in grado di trasmettere la sensazione di un Sordi che fa e farà ancora parte della vita di tutti gli italiani.
Lo hanno annunciato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini con l’assessore comunale alla cultura Giovanna Marinelli e i presidenti delle due Fondazioni Sordi, Italo Ormanni e Carlo Verdone, il 15 giugno, giorno in cui il grande attore romano scomparso nel 2003 avrebbe compiuto 95 anni, aprendo per la prima volta alla stampa il teatro dell’abitazione che Sordi volle chiudere nel 1972, dopo la morte della sorella maggiore Savina.
Con l’occasione hanno presentato la rassegna cinematografica Alberto il grande! curata da Luca Verdone, che si terrà gratuitamente nel piazzale antistante la villa di piazza Numa Pompilio dal 27 giugno al 3 luglio, con in apertura la proiezione del film Una vita difficile di Dino Risi, con Pippo Baudo, Carlo Verdone e Giuseppe Tornatore che ricorderanno l’attore alla presenza di amici, colleghi e ex collaboratori.
La rassegna, che renderà omaggio in particolare al rapporto tra Sordi e il produttore Dino De Laurentiis, vuol far conoscere al pubblico, oltre ai grandi classici della sua filmografia, opere meno note ma non meno importanti. In programma Il commissario di Luigi Comencini (28 giugno), La grande guerra di Mario Monicelli (29 giugno), Fortunella di Edorado De Filippo (30 giugno), Tutti a casa di Luigi Comencini (1 luglio), Il Diavolo di Gian Luigi Polidoro (2 luglio), I due nemici di Guy Hamilton (3 luglio).
Per l’apertura al pubblico del museo i tempi però saranno lunghi. “Bisognerà creare un percorso multimediale in alcuni ambienti della villa” spiega Ormanni. “Stiamo mettendo in ordine il suo immenso archivio ricco di foto, copioni, spezzoni di pellicole, film – aggiunge Carlo Verdone – e restaurando Storia di un italiano, l’antologia realizzata da Sordi che andò in onda in 36 puntate, di cui purtroppo per incuria si sono perse alcune parti, ma che diventerà materiale didattico per le scuole”. “Era dovuto al Paese tutelare un luogo in cui si conserva la sua memoria – sottolinea Franceschini -, che interessa tutte le generazioni che amano i suoi film che raccontano un pezzo d’ Italia che i giovani non hanno conosciuto. Il ministero ha messo il vincolo su oltre duecento oggetti della casa, gli archivi sono una miniera che arricchirà il nostro patrimonio culturale”.