Per venir incontro alla frenetica “vita da ufficio”, per chi vuole essere comunque coccolato con pietanze da gourmet, approda sotto i portici di Piazza Esedra a Roma, al Ristorante Tazio dell’ Hotel Boscolo Exedra, il buffet lunch, la nuova formula per il pranzo che riscuote gran successo nella Capitale. Per i manager frettolosi ma comunque molto esigenti, l’executive chef Niko Sinisgalli propone dal lunedì al venerdì un menù originale, con piatti della tradizione culinaria italiana ma rivisitati in chiave moderna e creativa, ad un prezzo unico.
Nell’accogliente sala riscaldata dal bel legno alle pareti, da fiori e musica soft di sottofondo, Sinisgalli propone piatti di terra e di mare di primissima qualità che esaltano non solo la qualità delle materie prime ma anche la creatività e la voglia di sperimentare dello chef senza mai perdere di vista l’importanza della tradizione trasformando un evento pop come il bruch in un’esperienza sensoriale unica.
La visita al “reparto” antipasti è resa memorabile dalle succulente sferette di baccalà ripiene di una gustosa morbida crema e rese croccanti da una speciale “panatura” al sesamo nero, che primeggiano tra i fritti leggeri, i salumi e i formaggi guarniti da ottime marmellate tra cui spicca quella all’anice stellato, le cruditè. Non si può rinunciare poi ai primi cotti all’istante, ai secondi di carne e pesce, ai contorni e non concludere con i deliziosi dolci, pezzi forti dello chef come il tiramisù, le creme e i gelati, preparati con il prezioso aiuto di uno squadrone di assistenti pasticceri.
Un trionfo di prodotti semplici e genuini, talvolta lasciati quasi immutati per esaltarne la semplicità, come il pomodoro che diventa “candito” o il buon pane di Matera, sua città d’origine, sottolineando però la creatività di piatti come le fetuccine con aragosta e salsa di sedano o i medaglioni di agnello in crosta di senape.
Figlio d’arte, appassionato fin da bambino alla cucina della nonna, Niko ha imparato a riconoscere la freschezza e la qualità delle materie prime andando col padre al mercato, affinando poi le sue conoscenze culinarie alla storica scuola di Don Alfonso e arricchendo con l’esperienza l’arte di creare, la cura del dettaglio, dall’attenzione al più piccolo particolare nella preparazione e presentazione del piatto all’atmosfera della sala.