Presentate le rassegne extra-concorso della prossima Mostra del Cinema
Sono due quest’anno le opere prime di giovani autori nostrani in programma alla 26/ma Settimana Internazionale della Critica, la sezione collaterale organizzata dalla Biennale di Venezia nella kermesse cinematografica che si svolgerà al Lido dal 31 agosto al 10 settembre. Nove film in tutto (sette in concorso e due fuori concorso in apertura e chiusura della Settimana) in prima mondiale, che raccontano cose diverse in forme diverse, di autori esordienti, tutti piuttosto giovani, europei e sudamericani (assenti Usa e Estremo Oriente), che mettono in scena un’attualità dove le condizioni esistenziali e ambientali sono messe a dura prova.
Tema portante (ma non unico) le dinamiche del conflitto familiare, in chiave drammatica o di commedia, per un cinema che ancora ama farsi portatore di segnali di rinnovamento in una realtà di crisi globalizzata. Tragedia umana e guerra anche familiare nei due film italiani: Là-bas, del napoletano Guido Lombardi, duro spaccato sulle condizioni degli emigranti africani di Castel Volturno, e Missione di Pace del fiorentino Francesco Lagi che, invece, sceglie la chiave della comicità per mettere a fuoco i problemi tra i nostri soldati all’estero e tra padri e figli.
Una commedia “monicelliana” che punta sulla satira grottesca per raccontare i dietro le quinte di una delle tante missioni dei nostri nei Balcani per catturare un criminale di guerra, che il capitano Silvio Orlando dovrà condividere col figlio, fanatico pacifista. La fervida Argentina apre il concorso con El Campo di Hernàn Belòn, una storia al limite del thriller sulla crisi di una coppia e il suo smarrimento nel consolidato rapporto coniugale. Il messicano Kyza Terrazas invece, con El lenguaje de los machetes racconta una giovane coppia di sbandati, lei cantante punk e lui video maker militante zapatista, che meditano un attentato terrorista.
Totem, della tedesca Jessica Krummacher, descrive le crudeltà di una famiglia borghese sulla giovane domestica. Un’altra famiglia (di allevatori) in pieno dramma dovuto alla siccità nel canadese Marécages di Guy Edoin, mentre Louise Wimmer del promettente francese Cyril Mennegun è una borghese diventata una “nuova povera” costretta a vivere in auto in attesa di una casa popolare. L’incidente nucleare di Cernobyl, venticinque anni fa e oggi, ne La terre outragée della documentarista franco-israeliana Michale Boganim. Fuori concorso la drammatica pellicola svedese Stoccolma Ostra di Simon Kaijser da Silva, sull’elaborazione di un lutto e del senso di colpa.
Il 31 agosto prende il via al Lido con dodici lungometraggi e vari eventi speciali, anche l’ottava edizione delle Giornate degli Autori. Tra i temi ricorrenti, le radici della memoria, la trasformazione dell’idea di tessuto sociale, la violenza privata, la distanza tra giustizia e verità, lo scontro di civiltà. In apertura, l’anteprima del cortometraggio Di là dal vetro scritto e interpretato da Erri De Luca con Isa Danieli, nei panni di sua madre, diretto da Andrea di Bari, che mette in scena la memoria.
In concorso l’1 settembre c’è il film sulla pedofilia di Daniele Gaglianone Ruggine, con Filippo Timi, Stefano Accorsi, Valerio Mastandrea e Valeria Solarino, che mostra una banda di ragazzini della periferia di una grande città del Nord che incontra l’orco. «È la storia – spiega l’autore – di una battaglia contro il male assoluto che divora l’infanzia». Una storia d’amore e di sconfitte molto attuale, coprodotta con la Francia, è Io sono Li di Daniele Segre, con Zhao Tao, Marco Paolini, Roberto Citran, Giuseppe Battiston, ai margini della laguna veneta come sul Fiume Giallo s’intreccia la storia di Shun Li e Bepi.
C’è attesa per la prima mondiale del Western contemporaneo sul tema della vendetta Another Silence di Santiago Amigorena, per i francesi Philippe Lioret con Toutes nos envies sulla scelta difficile di due giudici e Presume Coupable di Vincent Garenq, su un clamoroso caso della giustizia francese. Dalla Polonia l’opera prima di Ladzek Dawid sulla solitudine Ki, dal Brasile Historias di Julia Murat sul senso del tempo che si ferma, di stupro si parla nel russo Twilight Portrait.
E ancora, l’altro western moderno Hiver Dernier dell’americano John Shank, il commovente Cafe de flore di Jean Marc Vallée e Habibi di Susan Youssef sull’amore impossibile tra due giovani. Tra gli eventi speciali i documentari su Cuba nell’epoca di Obama di Gianni Minà, Voi siete qui di Francesco Matera con il giornalista Alberto Crespi che esplora i luoghi sacri della Roma dei film del passato e Crazy Horse di Frederick Wiseman sulle bellezze del varietà parigino, che approderanno in massa al Lido.
Ricca anche la sezione “Controcampo Italiano” che sarà aperta da Scialla!, esordio dietro la macchina da presa dello sceneggiatore Francesco Bruni, con Fabrizio Bentivoglio che a cinquant’anni scopre di essere padre. Nel programma Cose dell’altro mondo di Francesco Patierno con Diego Abatantuono e Valerio Mastandrea, ambientato in una cittadina del Nord dove all’improvviso spariscono tutti gli extracomunitari; Qualche Nuvola, di Saverio di Biagio sulla paura delle responsabilità con Elio Germano, Giorgio Colangeli e Mastandrea; il matrimonio “stanco” di Ricky Tognazzi in Tutta colpa della musica.
E ancora, Cavalli di Michele Rho con Asia Argento e Vinicio Marchioni fratelli in lotta per due purosangue ereditati; le quattro madri infanticide di Maternity blues di Fabrizio Cattani. La sezione corti sarà aperta da Il maestro, debutto nella regia di Maria Grazia Cucinotta. Tra i premi collaterali della Mostra del cinema il Leoncino d’Oro Agiscuola, della giuria di giovani appassionati di cinema che assegneranno anche il premio Segnalazione Cinema for Unicef al film che meglio saprà dar voce e volto ai diritti dell’infanzia.