Come può sperare un discutibile film italiano candidato agli Oscar con il suo protagonista di aggiudicarsi una delle ambite statuette quando a sfidarlo sono più di una magica pellicola straniera con interpreti strabilianti? Tra questi un capolavoro come Il Filo Nascosto-Phantom Thread, che si è aggiudicato ben 9 nominations, affidato a un attore affascinante e sontuoso come Daniel Day Lewis.
Il film, che Universal porta nelle nostre sale dal 22 febbraio, immerge lo spettatore nel fascino della Londra anni ’50 avvolgendolo nei sontuosi abiti di altissima sartoria ideati e realizzati dal rinomato sarto Reynols Woodcock, personaggio di fantasia creato dal quarantasettenne regista statunitense Paul Thomas Anderson ispirandosi alle creazioni dei grandi Balenciaga, Charles James, Hardy Aimes, che l’ha cucito su misura sul suo fantastico attore feticcio in procinto, a quanto pare, di abbandonare le scene.
Il mago dell’alta moda inglese Reynolds è uno scapolo incallito, egocentrico, misantropo, sempre alla ricerca della perfezione, sul lavoro e nella vita. Ambito dalle donne di alto rango, soprattutto per le sue sfarzose collezioni, è assai schivo nell’amore, che consuma in relazioni usa e getta, tenuto al riparo dai guai dall’ austera, iperprotettiva sorella Cyril (Lesley Manville) che cura l’amministrazione della maison e ne controlla i movimenti per allontanarlo dai fastidi del quotidiano. A sconvolgere i consolidati, stantii equilibri la giovane e bella Alma (Vicky Krieps), intelligente e determinata cameriera scovata durante una gita in campagna che, diventata sua musa e amante, metterà in discussione le sue certezze, stravolgendone i sentimenti.
Nel suo ottavo film (il secondo con Day Lewis, qui profondamente trasformato dal ruvido Petroliere), Anderson rivisita il romanzo gotico accompagnando abilmente lo spettatore nel percorso creativo dell’artista, rendendo quasi palpabili ogni sfumatura del suo ombroso carattere, le sfaccettature delle due donne che ne controllano la vita, la lenta ma inesorabile trasformazione dei loro rapporti, la determinazione della giovane amante che silenziosamente non molla la presa. Due ore di immersione totale nei sentimenti, nell’eleganza di una città e delle sue mode del passato, attraverso gli sfarzosi 50 abiti ricreati fedelmente da Mark Bridges, con il prezioso aiuto delle suggestive musiche di Jonny Greenwood dei Radiohead sapientemente mescolate a magici brani di Schubert, Brahms, Debussy.