Il Silvano Toti Globe Theatre di Villa Borghese voluto e diretto da Gigi Proietti festeggia i 15 anni entrando a far parte del Teatro di Roma il sistema di teatro pubblico plurale che già comprende i teatri Argentina, India, Torlonia, e i Teatri in Comune di Lido, Quarticciolo, Tor Bella Monaca e Corsini. Accogliere all’interno di questo sistema il Globe è un segno di rafforzamento e crescita dell’offerta culturale della Capitale in grado di esprimere livelli di eccellenza assoluti.
Per celebrare questo importante anniversario verranno riproposte nella nuova stagione alcuni dei più grandi successi di pubblico e di critica rappresentati negli anni. Tra le altre novità volute da Gigi Proietti, il Festival Internazionale dei Cortometraggi con storie, evocazioni e riflessioni intorno al tema il “Teatro secondo me”.
Il sipario si apre il 27 giugno con uno spettacolo che ha fatto ridere e ballare spettatori di tutte le età: Molto rumore per nulla seguito dal 20 luglio al 5 agosto da Otello. Per la dodicesima stagione consecutiva torna dall’8 al 26 agosto l’appuntamento cult con Sogno di una notte di mezza estate e dal 31 agosto al 16 settembre debutta una nuova versione di La bisbetica domata. Ritorna dal 21 settembre al 7 ottobre La Tempesta interpretata da Ugo Pagliai.
Il nuovo appuntamento della Bedouin Skakespeare Company in lingua originale propone dal 10 al 14 ottobre Il mercante di Venezia, una delle opere più attuali di Shakespeare. Tra gli appuntamenti speciali pomeridiani e dei lunedì Sonetti d’amore, un viaggio tra i più bei versi di William Shakespeare accompagnato da una ricca contaminazione musicale: da Marvin Gaye a Amy Winehouse, daLeonard Cohen ad Alanis Morissette; Playig Shakespeare con Loredana Scaramella, accompagnata dalla musica del trio William Kemp e da alcuni attori del Globe, che conduce gli spettatori alla scoperta del tempo di Shakespeare, con qualche sorpresa, gioco e molta leggerezza. E ancora William and Elizabeth ideato e diretto da Melania Giglio, un serratissimo ed affascinante duello verbale tra Shakespeare e la regina Elisabetta I che faranno fare agli spettatori un viaggio vertiginoso nel cuore stesso del Teatro e il senso del suo esistere.