di Carlos Ruiz Zafón, Mondadori 2016
Il quarto libro del ciclo sul Cimitero dei Libri Dimenticati si pone come scopo di mettere fine a un ciclo narrativo che si rivela essere una grande meditazione sull’amore per la letteratura, di chi ne produce e di chi ne fruisce. Una grande riflessione sul fascino oscuro del destino che non smette mai di tessere le sue trame e infine sulla Spagna che esce dal franchismo e torna a sognare un futuro dove la verità torni ad essere un valore e non un rischio. Nuovi personaggi vanno a intrecciarsi nella saga principale inserendosi in essa per completarla e per svelare altri inconfessati segreti.
Alicia Gris è una giovane investigatrice del servizio segreto del regime franchista dal passato tenebroso e con una personalità cinica e solitaria. Il suo superiore, Leandro Montalvo, le chiede aiuto per un ultimo caso per la cui risoluzione – le promette – le consentirà per sempre di abbandonare il mestiere. Si trovano dunque a lavorare al mistero della scomparsa del ministro Mauricio Valls, personaggio legato alle vicende dei Sempere e degli scrittori “maledetti” David Martín e Víctor Mataix, prigionieri di Valls assieme a Fermín e al suo compagno di cella Sebastián Salgado nel tenebroso castello di Montjuïc poco dopo la fine della guerra civile.
Mentre vengono gradualmente svelati dettagli sul passato della donna, che si rivela essere una vecchia conoscenza di Fermín, il percorso seguito da Alicia per risolvere lo strano intrigo si intreccia con la vita della famiglia Sempere, permettendo di delineare aspetti poco chiari del passato, come le travagliate vite di Martín e di Isabella Gispert, madre di Daniel Sempere, prematuramente scomparsa.
Al centro del racconto, la protagonista Alicia Gris, una creatura dell’ombra, sospesa tra il rigore della ragione investigativa e l’abisso della propria disperazione. Alicia è il filo conduttore, l’ago che tesse insieme le trame irrisolte dei precedenti volumi. La sua figura esile, quasi spettrale, percorre le pagine con la stessa eleganza e tormento di una femme fatale noir, attraversando una città in cui il passato è sempre pronto a ghermire il presente. Zafón, come un raffinato artigiano delle emozioni, rende Alicia il simbolo di un’umanità perduta, che cerca se stessa fra le rovine della storia.
Non mancano, in questa ambiziosa opera letteraria, i temi cari all’autore: la memoria, la perdita, l’inganno, e soprattutto il potere sovversivo e rivoluzionario dei libri. Il mondo cartaceo del Cimitero dei Libri Dimenticati è metafora di un sapere che resiste, di una conoscenza che, come la verità, è destinata a emergere, anche quando è sepolta sotto il peso delle menzogne.