C’è il cinema di genere e quello che ne è la burla. L’ennesina favola interpretata dalla Julie Andrews del XXI secolo Anne Hathaway, si pone non soltanto come un possibile divertimento per bambini, ma anche come una divertente parodia per un adulto che abbia la voglia di coglierla. La storia, a metà tra Cenerentola e La bella addormentata nel bosco, è quella di una ragazza costretta all’obbedienza da un sortilegio impostole appena nata. Ella cresce senza problemi ma quando scopre che il padre, rimasto vedovo, sta per sposarsi con una vera e propria strega accompagnata da due perfide figlie a corredo, non può più starsene con le mani in mano. Ella inizia così il suo viaggio alla ricerca della maga Lucinda (la Vivica Fox di Kill Bill) tra orchi, fate, giganti e naturalmente l’immancabile principe azzurro. Un bizzarro citazionismo si fa parodia, quando la protagonista intona Somebody to Love dei Queen, quando incontriamo Cary Elwes nel ruolo del tirannico Sir Edgar e colleghiamo il suo volto a film come La storia fantastica e Robin Hood: un uomo in calzamaglia. Anche le scenografie sono motivo di comicità nel caso del centro commerciale di Frell con la scala mobile manovrata a mano, del regno stesso e delle sue componenti, tra cui il fan club di ragazzine urlanti per il principe Char. Un film per tutta la famiglia dunque, dove la Hathaway dà ancora una volta prova di essere in questo momento la specialista del genere fantasy. Vedremo come se la caverà nel dramma Brokeback Mountain di Ang Lee.
di Alessio Sperati