Il mondo della magia, dell’illusione, del passato, continua ad affascinare Woody Allen che vi ha ambientato anche la sua nuova commedia romantica Magic in the Moonlight, nelle sale dal 4 dicembre, con Colin Firth e Emma Stone. Il regista-sceneggiatore newyorkese stavolta va sul sicuro, sia nella perfetta scelta degli attori che tornando ad attingere dal fascino del tempo che fu, del mistero, della seduzione. Confezionando una commedia non originale ma delicata e divertente, ricca di gustosi e arguti colpi di scena, ambientata nella ricca Cosa Azzurra degli anni ‘20, tra begli abiti, gioielli, macchine e scenari da sogno. E mai come in questi ruvidi tempi di crisi c’è bisogno di sognare e di qualche sorriso liberatorio.
Protagonista il famoso illusionista inglese Stanley Crawford (Firth), chiamato dal suo vecchio amico Howard (Simon McBurney) per smascherare una giovane sedicente sensitiva americana (Stone) dai poteri all’apparenza soprannaturali. La bella medium sta per impalmare il giovane rampollo della ricca famiglia di cui è ospite con la madre, rapito dal suo fascino misterioso. L’altezzoso, scorbutico e arrogante mago, che non nasconde la sua avversione per i falsi medium, è sicuro di svelare presto l’inganno. Rimane però profondamente impressionato da Sophie che rivela particolari della sua vita privata e della sua adorata zia Vanessa (Eileen Atkins) da far vacillare le sue certezze razionali.
I medium erano di gran moda negli anni ’20, spiega Allen: “gente famosa come ad esempio Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes, li prendevano molto seriamente, le sedute spiritiche erano molto comuni”. Anche Houdini, il più grande illusionista dell’epoca vi partecipava, smascherando ogni chiaroveggente, non per sbugiardare gli artisti della truffa, ma per la delusione che i tanti ciarlatani in giro smontavano la sua grande voglia di scoprire che la comunicazione tra vivi e morti fosse possibile. All’apparenza Stanley è l’opposto, perché nega apertamente la possibilità di qualsiasi vita nell’aldilà e considera stupide le persone ingenue che vengono sfruttate.
Come professionista nell’arte dell’illusionismo è scettico verso ogni cosa spirituale legata all’occulto. “E’ orgoglioso di se stesso nel contraddire le persone convinte che durante le sedute spiritiche avvenga qualcosa di veramente magico – spiega Colin Firth -. Credo sia la prima volta che interpreto un personaggio veramente antipatico”. Stanley non è colpito dal fascino di Sophie, che considera una ragazzina insignificante da smascherare senza problemi. Ma l’imprevedibile gli metterà i bastoni tra le ruote. “Stanley le lancia continue sfide ma Sophie sa che può scioccarlo di continuo – aggiunge Emma Stone – e questo le dà potere”.