Si intitola “Arte e storia dell’Alto Molise. Alla scoperta di siti archeologici, capolavori artistici, beni archivistici e ricerche antropologiche” ed è edito da Lithos Editrice.
Il volume propone un viaggio millenario, dal neolitico ai giorni nostri, in una delle regioni più sconosciute d’Italia. Grazie ad un linguaggio semplice e chiaro, il lettore viene condotto per mano alla scoperta di siti archeologici, capolavori artistici, beni archivistici e ricerche antropologiche: dal teatro sannitico di Pietrabbondante al tempio di Vastogirardi, dalle domus romane di Canneto e di Roccavivara agli insediamenti medievali di Salcito e della rupe di Pietracupa, dalle opere di Elena Ciamarra nel castello di Torella del Sannio ai tesori custoditi nelle chiese molisane, dalle cerimonie del fuoco di Agnone ai riti apotropaici di Fossalto. La seconda parte del testo è completamente dedicata a Bagnoli del Trigno, paese di origine dello scrittore Emanuele Pecoraro. Nel testo vengono analizzati episodi storici di epoca sannita e moderna, nonché tutti i monumenti più importanti: dal castello Sanfelice alle opere contenute nelle chiese del borgo con degli approfondimenti sul culto religioso. Non manca una sezione conclusiva, ricca di documenti inediti, che non solo approfondisce aspetti della vita quotidiana bagnolese, quali i costumi tipici, la dote, il ruolo della donna, la formazione scolastica, il fenomeno dell’emigrazione e le credenze magiche ma consente di riscrivere la storia di una piccola comunità rurale nel cuore del Molise, dal Settecento ad oggi. Tra le fonti archivistiche, prese in esame, spiccano la trascrizione di un rapporto di Pubblica Sicurezza, all’indomani di una rivolta delle donne bagnolesi che, stanche di non rivedere i mariti tornare dal fronte durante la Grande Guerra, si organizzarono per la prima volta tutte insieme ed arrivarono ad incendiare il Municipio e una raccolta di trentasei temi d’italiano del 1937. Questi ultimi sono delle prove di ammissione dalla quarta alla quinta elementare, che trattano la figura del padre. Sono storie intime, spesso dolorose, che colpiscono, proprio per la loro semplicità e per il tentativo di scrivere in italiano, affrancandosi dal dialetto.
Chiara Campanella