L’amore combatte il razzismo, a volte lo fa anche il cinema, e l’idea di invertire gli stereotipi di un classico come quello di Stanley Kramer del ’77 sembrava buona, almeno sulla carta. In Indovina chi viene a cena Katharine Houghton presentava ai suoi genitori, Spencer Tracy e Katharine Hepburn, il suo nuovo fidanzato di colore, Sidney Poitier. In Indovina chi di Kevin Rodney Sullivan succede l’inverso: l’intruso è bianco in una famiglia afro. Il vivacissimo capofamiglia (Bernie Mac) inizia a punzecchiare fin da subito il nuovo arrivato (Ashton Kutcher) e quando non riesce a farlo pernottare in hotel, pretende di dormirci insieme nello scantinato con tanto di lucchetto alla porta. Scena chiave la prima cena con famiglia al completo dove la coppia di genitori tenta di sdrammatizzare permettendo addirittura all’ospite penose gag razziste e dove invece è la generazione più anziana, il nonno, a dar voce ad un radicato disappunto per la scelta della nipote. Il resto del film diventa una spiacevole scopiazzatura di Ti presento i miei, con la non trascurabile differenza che in questo caso non c’è né Ben Stiller, né Robert De Niro, ed anche la sceneggiatura, dai ritmi terribilmente altalenanti, lascia molto perplessi.
Kutcher ha cominciato ad interessarsi a questo soggetto dopo essersi reso conto delle occhiatacce della gente che lo vedeva camminare insieme all’amico Sean “P Diddy” Combs. L’attore di The Butterfly Effect voleva dimostrare che due neri insieme non fanno alcun effetto, ma un bianco e un nero sì, e come. Sul suo talento recitativo l’America continua ad esprimere perplessità (è fresco di “Razzie”, il premio “Pernacchia d’oro”) eppure il baby – boyfriend di Demi Moore piace quel tanto che basta da portare a casa importanti successi al botteghino. Dopo che con film come Fatti, strafatti e strafighe, Oggi sposi…niente sesso e The Butterfly Effect ha fatto guadagnare alle produzioni più di 160 milioni di dollari, Kutcher fa due film all’anno (tra qualche giorno vedremo anche Sballati d’amore) e figura anche in veste di produttore, alternando trasmissioni televisive di altrettanto successo. Questo film è terribile, eppure in America ha incassato quasi 70 milioni di dollari, è la critica quindi a doversi togliere il cappello davanti a un cinema dagli atteggiamenti agonistici: ad Hollywood come nel calcio ha ragione chi porta a casa il risultato, non chi fa una bella partita.
di Alessio Sperati