Le drammatiche conseguenze dell’uso distorto della rete sono al centro di Infernet, crudo spaccato dei danni provocati da un’insana overdose da web, abilmente portati sullo schermo da Giuseppe Ferlito, prodotto e distribuito in una quarantina di sale da Michele Calì e Federica Andreoli.
Cinque storie che si intersecano tra il reale e il virtuale, puntando il dito su un mezzo di comunicazione importantissimo, da non demonizzare, ma da conoscere bene, perché può distorcere la percezione del tempo e dello spazio, trasformandosi in una dimensione parallela in cui rifugiarsi.
Come accade a uno dei protagonisti, un efficace Ricky Tognazzi nei panni del ricco imprenditore veneto affetto da irrefrenabile Azzardopatia rovinato dal gioco online. Remo Girone è invece un prete impegnato in campagne mediatiche a sostegno dei bambini immigrati, ingiustamente accusato di pedofilia. Roberto Farnesi (autore anche del soggetto) è un attore di successo dedito al sociale ma con un insospettabile lato oscuro. Non mancano le ragazzine di buona famiglia attratte dai soldi facili, la gang di bulletti figli di papà che filma e posta su Internet le proprie bravate. Tra i protagonisti anche i bravi Daniela Poggi, Katia Ricciarelli, Andrea Montovoli, Laura Adriani, Elisabetta Pellini, Massimo Olcese.
Un film sociale, girato in cinque settimane tra Verona, Venezia e Firenze, piacevolissimo da vedere, consigliato a genitori e figli, che girerà anche nelle scuole per spiegare con chiarezza e senza annoiare le negatività dei social network, mezzi subdoli e a volte distruttivi. Un segnale tosto per le famiglie, incapaci di relazionarsi in maniera profonda coi loro ragazzi. Un invito per nulla velato ai genitori a non perdere mai di vista computer e cellulari dei propri figli.