di Giorgio Faletti, Baldini&Castoldi, 2002
L’esordio letterario di Faletti è stato la conferma di una personalità versatile e poliedrica che ha saputo manifestare arte in molti modi. Dalla comicità alla musica, Faletti ha giocato la sua vita, purtroppo conclusa troppo presto, come una partita a tennis tra ironia e serietà, tra riso e riflessione. Il suo romanzo d’esordio è un thriller da tre milioni e oltre di copie vendute, realizzato grazie all’intuizione di Piergiorgio Nicolazzini, agente letterario che l’autore ci tiene a citare nei ringraziamenti finali.
L’ambientazione è lo splendido principato di Monaco. Una notte il disc jockey Jean-Loup Verdier, conduttore di una popolare trasmissione sull’emittente locale Radio Monte Carlo, riceve in diretta la telefonata delirante di uno sconosciuto dalla voce camuffata che preannuncia di uccidere per curare il proprio male. «Tu puoi andare a casa e spegnere la tua mente e ogni sua malattia», dice il killer al telefono. «Io di notte non posso dormire, perché il mio male non riposa mai». «E allora cosa fai, di notte, per curare il tuo male?», chiede il deejay. «Io uccido», è la risposta.
Il fatto è talmente bizzarro che viene considerato uno scherzo di pessimo gusto. La mattina seguente, però, su una barca vengono rinvenuti i cadaveri del pilota campione di Formula 1 Jochen Welder e della sua compagna, la campionessa di scacchi Arijane Parker, entrambi col volto orrendamente mutilato, mentre su un tavolo l’assassino ha scritto col sangue «Io uccido…».
Sul caso indaga il commissario di polizia Nicolas Hulot e l’amico Frank Ottobre, agente speciale dell’Fbi in congedo temporaneo da un anno dopo il suicidio della moglie Harriet. Nelle indagini intervengono anche l’ispettore Claude Morelli e il dottor Cluny, esperto psicopatologo. I quattro uomini comprendono che il brano musicale (tratto dal film Un uomo, una donna) con cui si era conclusa la telefonata durante il programma radiofonico era un indizio per identificare le vittime del maniaco. La musica avrà un ruolo importante nel romanzo, così come l’ha avuto nella vita del suo autore.
Faletti costruisce un intreccio avvincente, giocando con gli elementi tipici del thriller psicologico: indizi disseminati qua e là, una tensione crescente e un ritmo che accelera man mano che si avvicina il climax. Il personaggio dell’assassino è descritto con particolari macabri, quasi disturbanti, ma è anche uno degli elementi più affascinanti del romanzo. Le motivazioni che lo spingono a compiere tali atrocità sono gradualmente rivelate, mantenendo alta l’attenzione del lettore.
Faletti, che evidentemente ha studiato con attenzione i grandi modelli del genere, mette in piedi un congegno narrativo oliato a dovere. I personaggi sono ben tratteggiati, anche se inevitabilmente incanalati in una serie di stereotipi tipici del thriller: il poliziotto tormentato dal passato, il killer con motivazioni oscure, la città ricca e decadente. Eppure, nonostante queste premesse piuttosto classiche, la storia riesce a mantenere alta l’attenzione del lettore, grazie a una costruzione solida e a un ritmo narrativo che non si lascia mai cadere troppo in balia degli eventi. Il libro ha più di seicento pagine e i particolari descrittivi sono tanti in ogni occasione, ma questo non toglie il piacere della lettura.
Ciò che sorprende in Io uccido infatti non è tanto la trama, ma proprio lui, Faletti, artista che ci aveva meravigliato con altro prima del suo primo libro, e sul come riesca a scrivere con una serietà quasi chirurgica. Le sue descrizioni degli omicidi sono crude, a tratti disturbanti, senza mai scadere nel gratuito. È come se l’autore volesse ricordarci che, dietro ogni violenza, c’è una ferita più profonda che merita attenzione. Dietro le facce scarnificate dal killer c’è la verità filosofica della vita reale fatta di volti e maschere, di verità e menzogna. «Tante maschere e pochi volti incontrerai nella vita» ci ammonì Pirandello.
Dello stesso autore Niente di vero tranne gli occhi, Fuori da un evidente destino, Pochi inutili nascondigli, Io sono Dio, Appunti di un venditore di donne, Tre atti e due tempi, La piuma (postumo), L’ultimo giorno di sole (postumo).