Dal 16 maggio in sala il film “A Lady in Paris”
Per Jeanne Moreau sembra proprio che il tempo si sia fermato. L’attrice francese ottantacinquenne, protagonista di A Lady in Paris di Ilmar Raag, in sala dal 16 maggio, continua a conquistare per fascino e bravura. Eppure il film (vincitore del Premio Ecumenico al Festival di Locarno) la mostra impietosamente nei panni della ricca, vecchia e scorbutica Frida, cantante di origine estone in disarmo, che non si arrende agli acciacchi dell’età e non accetta che il suo più giovane ex amante Stephane (Patrick Pineau) le metta in casa l’arrendevole badante estone Anne (Laine Magi) perché si prenda cura di lei, malata e stanca. Lo scontro tra le due donne sarà feroce, ma alla fine la tenace e silenziosa Anne avrà la meglio sull’arrogante, insensibile signora, riuscendo a scalfirne l’ impenetrabile corazza che ne imprigiona il cuore.
Una storia toccante, poetica, ironica e divertente, che riconcilia con il cinema troppo spesso orfano di pellicole belle e intelligenti, che catturano e portano a riflettere sui temi importanti della vita. Dialoghi brevi, asciutti ma assai incisivi, affidati a due grandi protagoniste femminili, che si affrontano in aspri duelli a suon di silenzi, parole feroci, ripicche. Frida, Anne e Stephane rappresentano diversi aspetti dello stesso tema: il rapporto con la vita, la vecchiaia, la solitudine e infine la morte. La Moreau conquista per la semplicità e l’intensità con cui dà vita ai mille stati d’animo con cui la protagonista (e chissà, forse anche lei) affronta la tappa finale della sua vita, caparbiamente decisa a non voler gettare la spugna.
«Alla base del progetto c’è una storia personale – spiega il regista -, quella di mia madre. Vicina ai cinquanta, divorziata, afflitta dalla solitudine dopo che i figli erano andati via da casa, si sentiva depressa e inutile. Un giorno ha ricevuto un’offerta di lavoro a Parigi, per prendersi cura di un’anziana e facoltosa signora di origini estoni. Al suo ritorno era una persona diversa». I giurati di Locarno hanno colto l’essenza del film, premiando il regista che ha saputo mostrare le difficoltà di comunicazione tra due persone che appartengono alla stessa cultura ma a diversi strati sociali, sottolineando che «In modo toccante Raag approfondisce i temi della perdita, dell’invecchiamento, dell’amore, della sofferenza e dell’incontro con un altro, in un film girato con eleganza e interpretato magnificamente».