“La vita è una commedia, fra drammi, risate, durezza, malinconie”. Alessandro Gassmann, figlio d’arte, lo sa da sempre, e ora esorcizza il rapporto conflittuale col potente, ingombrante padre e la variegata schiera di fratellastri attraverso un film, Il Premio prodotto da Fulvio e Federica Lucisano, dal 6 dicembre su oltre trecento schermi con Vision Distribution.
Un’intensa commedia agrodolce, che ha scritto con Valter Lupo e Massimiliano Bruno, affidando il difficile ruolo del potente papà a uno strepitoso Gigi Proietti, amico di famiglia da sempre che anche per questo non ha faticato a calarsi nei panni dell’amico Vittorio, ma senza farne il verso.
Perfetti anche Anna Foglietta nel ruolo della sorella di Alessandro, Rocco Papaleo il fedele factotum paterno, l’ironica Erica Blanc che dà il giusto corpo e tono alla un po’ macchiettistica figura dell’ex grande attrice premio Oscar ex amante del genitore. Felice scoperta il giovane Marco Zitelli, eccellente musicista che interpreta il figlio di Alessandro e ha composto con Maurizio Filardo l’azzeccata colonna sonora, affidata alla splendida voce dell’ormai collaudata attrice-cantante Matilda De Angelis.
E’ a tutta questa affiatatissima, eccellente squadra che si deve la riuscita di un film difficile, che esce dagli sgangherati, consunti binari dell’odierna commedia all’italiana ridandole finalmente decoro. Perché vedendo il film si ride, compostamente, e ci si emoziona, riflettendo sull’eterno conflitto genitori-figli, famosi e non, sul narcisismo di certe star che hanno reso complicato lo sdoganamento psico-professionale della loro prole. Alessandro ci è riuscito, diventando un bravo attore e regista con una sua ben definita personalità, senza restare schiacciato dal peso del confronto col “mostro sacro” che ha penalizzato tanti nella sua condizione.
Nel film Proietti è un famoso scrittore cinico e egocentrico che, vinto il Nobel, deve andare a Stoccolma per ritirare l’ambito premio. Terrorizzato dall’aereo costringe a partire in macchina il fido assistente e due dei numerosi figli, astiosi tra loro come cane e gatto. Un lungo viaggio tra gli splendidi paesaggi del Nord Italia pieno di imprevisti e sorprese che metterà a nudo odi, amori, fragilità. “E’ una storia inventata, non è la mia famiglia ma molti umori ricordano alcuni passaggi della mia gioventù – puntualizza Alessandro -. Papà aveva auto potenti ma guidava malissimo, per questo le affidava a me per accompagnarlo in tournèe. Viaggi caratterizzati da grandi silenzi e da grandi verità sbattute in faccia, che però risolvono. Non ho mai avuto scontri diretti coi miei quattro fratelli a metà, avuti da papà con quattro donne diverse, sono 33 anni che faccio questo mestiere, lui mi fece cominciare con un testo terribile. E’ importante che personaggi come lui vengano ricordati continuamente, fanno parte della formazione culturale del nostro paese”.
Nella stesura della sceneggiatura Alessandro dava l’idea, Lupo da buon intellettuale piemontese sviluppata le parti ‘serie’ mentre Bruno alleggeriva il tutto con un tocco comico, al limite della gag. “Ci vuole coraggio a mettersi a nudo nel privato con leggerezza come ha fatto Alessandro in questo film, il merito è solo suo- gli dà atto Anna Foglietta -. E’ un film strano, pop, fresco, colorato, mosso, sorprendente, dimostra che il cinema italiano è ancora vivo e finalmente può riconnettersi col pubblico”.