Con la nuova BMW potrete viaggiare sereni insieme alla vostra famiglia: se ci cadete sopra da sette metri non le farete nemmeno un graffio e se non riuscite ad aprire una finestra chiusa magicamente, con lei potrete sfondarla senza problemi. Ok, la Disney ha qualche problema di bilancio, ma da qui a fare di un film uno spot pubblicitario, sia per la nota casa automobilistica tedesca che per se stessa, ce ne passa. La tendenza l’aveva comunque inaugurata, o meglio rispolverata, Italian Job con la Mini Cooper, quindi non ci lamentiamo troppo. Visto il gradimento de La maledizione della prima luna, si è pensato bene di realizzare un altro film ispirato ad un’attrazione del parco di divertimenti di Disneyworld, la “Haunted Mansion” appunto. Del resto, quando nei parchi c’erano solo attrazioni meccaniche si poteva cinematograficamente giocare solo sul loro malfunzionamento (Rollercoaster, 1977), oggi sono talmente articolate che ci si può anche scrivere sopra una vera e propria storia. È questo il caso del film di Rob Minkoff dove un vecchio lord vissuto nella New Orleans pre-secessione, perde la sua promessa sposa per colpa di una dose di veleno apparentemente autoinflitto. Dopo una breve e inevitabile introduzione, è giusto aspettarsi da uno dei migliori registi Disney, autore dei due Stuart Little e co-regista de Il re Leone, una mirabolante sequenza di artifici, effetti e humor vestito di nero.
In effetti così è, ma il merito non va tutto a lui. Splendide infatti le creazioni sia del mago del trucco Rick Baker (MIB II e The Ring) che della costumista Mona May che si è inventata un sistema a piccoli specchietti sferici con cui disseminare i suoi costumi per dare quell’alone di iridescenza richiesto dalla situazione, e non ultimi gli effetti visivi di Lynda Thompson, grande talento al soldo della Disney fin dai tempi di Tron. I difetti del film arrivano sul piano sceneggiatura e racconto: i contenuti della storia non sono calcati come dovrebbero: il substrato paranormale e horror non è mai convincente, a parte la migliore sequenza del film, quella con i morti viventi nella cripta, e anche sotto il profilo comico non ci sono grandi spunti di ilarità. Poco in effetti si è saccheggiato da quell’infinito background di case infestate di cui il cinema è così ricco, nemmeno un Haunting-Presenze di Jan De Bont, così calzante, è stato scomodato per la causa. Altro contenuto nascosto nelle cripte del castello è il tema razziale cui naturalmente i bambini non baderanno ma che c’è: perché Lord Gracey non avrebbe dovuto sposare la sua promessa, pena la morte? Pensiamo all’ambientazione della tragedia (New Orleans), al periodo e al colore della pelle della Lady sventurata. Ci siamo? A parte tutto La casa dei fantasmi è una buona creazione per il divertimento dei bambini e dal sicuro lungo futuro nel mondo dell’home video. In conclusione vediamola così: per entrare a Disneyworld avremmo pagato più di 7,50 euro.