di Piergiorgio Pulixi, Feltrinelli 2024
Roma. Lorenzo Roccaforte è un autore di gialli di successo lanciato dall’editore Arturo Panzerolli. Roccaforte ha pubblicato un bestseller ispirato a un vero delitto irrisolto e conduce il podcast Trame e delitti, in cui analizza casi di cronaca reale per il grande pubblico. È affascinante, famoso, ammirato e corteggiato. La sua vita sembra perfetta. In verità odia tutti e tutto del suo mondo e considera i suoi libri e le puntate del suo podcast vera spazzatura. Libri e puntate che, del resto, non sono farina del suo sacco ma di Ermes Calvino, un ragazzo di trentadue anni che ufficialmente è l’assistente personale e social-media manager di Roccaforte, ma in realtà è il suo ghost writer con un contratto capestro cucitogli addosso dal faccendiere Panzerolli che costringe il giovane Ermes a scrivere i libri di un altro invece dei suoi.
Nel primo romanzo di questa nuova serie, che alterna la tipica vena noir di Pulixi al comico-grottesco di alcune situazioni, i due protagonisti principali si troveranno a indagare su un delitto oscuro e macabro che destò scalpore alla stregua di una Manuela Orlandi in chiave sarda. Dopo aver ricevuto una lettera dal carcere in cui è rinchiuso il presunto omicida della “donna nel pozzo”, che invece nella missiva si dichiara innocente e dice di essere al corrente di dettagli in grado di scagionarlo e riaprire l’inchiesta, i due partono alla volta della Sardegna per saperne di più e con l’intenzione di raccontare il caso nel podcast di Roccaforte o addirittura trarne un nuovo libro. Una volta lì, però, autore e ghost writer scoprono che il detenuto si è suicidato, e il suicidio sembra avere le caratteristiche di un’esecuzione mascherata. Mentre Roccaforte decide di approfittarne per godersi una bella vacanza in un resort di lusso, a Ermes Calvino toccherà il lavoro sporco: indagare a fondo su questa strana storia. Lontani i tempi di Un colpo al cuore e La settimana luna, qui Pulixi riesce a metà nello scopo di creare thrilling alternando Roma e Cagliari, dialetto e cinismo del romanesco con il mistero e la superstizione dell’hinterland sardo e inserendo un finale così fuori fuoco che sembra di prendere in mano un altro libro.