Una favola che invita alla speranza. E come in ogni favola c’è una base di verità nel film di Emir Kusturica On The Milky Road, di cui è protagonista con Monica Bellucci. Il sessantatreenne regista serbo ci ha messo tre anni per fondere tre storie da lui vissute, collegarle ad alcuni archetipi mitologici e infarcirle di tante idee folli, fotografie spettacolari e musiche suggestive, che rendono come sempre i suoi film emozionanti e accattivanti.
Film diversi, che trasudano violenza e poesia, catapultando lo spettatore nel suo farneticante mondo dolce-amaro, invaso da animali strambi, parlanti, fuori controllo, che sembrano capire bassezze e splendori degli esseri umani, li giudicano, li puniscono o li premiano. Il tutto tra il rombo assordante di ogni assurda guerra, tra implacabili e feroci cecchini, campi minati, da dove i protagonisti, nel tentativo di fuggire indenni, si aggrappano a mò di Ulisse in fuga dal ciclope, al ventre di ignare pecore al pascolo, facendo saltare in aria intere greggi. “Ho sempre cercato connessione tra inferno e paradiso per dare la mia visione dei tempi moderni” spiega Kusturica.
Un film che l’autore definisce difficile, da vedere esclusivamente sul grande schermo per poter essere presi dall’emozione crescente. In linea con la sua filosofia di vita, col suo rapporto con la natura, che parla di un amore tra adulti, un tema poco rappresentato al cinema: “Come se l’amore e la sensualità non fossero legate all’energia delle persone e non al tempo che passa” commenta Monica, sottolineando come lavorare con Emir le abbia cambiato la vita. “E’ così eclettico che ti trascina con la sua energia, ti strega, mi ha fatto affrontare prove fisiche che ritenevo impensabili, anche parlare in serbo”. Lui la rassicura dicendole che è stata “meglio di Sandra Bullock”. L’attrice umbra è certa che “per scrivere un ruolo così bisogna conoscere bene le donne, e amarle”.