Non si fa mai abbastanza per tentare di far luce sui tanti irrisolti misteri italici frutto della strategia della tensione creata ad arte negli anni Settanta. Il regista David Grieco col film La Macchinazione, coraggiosamente prodotto da Marina Marzotto e interpretato da Massimo Ranieri, dal 24 marzo su 120 schermi con Microcinema, cerca di smuovere ancora una volta le torbide acque stagnanti da quarant’anni sul caso Pasolini.
La proiezione in anteprima alla Camera dei Deputati ha prodotto una Commissione parlamentare di inchiesta che si spera riesca, dopo tre gradi di giudizio, a fare finalmente luce sui veri moventi e i veri artefici dell’omicidio del poeta, massacrato tra le baracche dell’Idroscalo di Ostia la notte tra il primo e il due novembre del 1975.
Il film racconta gli ultimi tre mesi di vita di Pier Paolo Pasolini e mette a fuoco il suo rapporto con Pino Pelosi, condannato dalla Cassazione nel ’79 come unico colpevole dell’omicidio. I due si frequentavano da alcuni mesi e non si erano incontrati per caso quella notte alla stazione Termini di Roma. Il ragazzo, sostiene il regista, fece da esca all’agguato messo a segno da sicari della malavita organizzata per rendere un servigio a uomini potenti e senza scrupoli. “Lo scrittore era diventato una spina nel fianco per tanti – spiega Grieco-, a cominciare dal capo della Montedison Eugenio Cefis, uno dei protagonisti di Petrolio, il romanzo incompiuto di Pasolini che indagava sui loschi traffici dell’uomo che nel 1973 aveva fondato la P2 ed era stato implicato nell’attentato che costò la vita a Enrico Mattei”.
La pellicola non è un capolavoro, ma non si può negare che sia, come dice Grieco “un film di pancia, anni ’70, su un intellettuale particolarmente complesso. Ho scelto la musica dei Pink Floyd perché li ho scoperti allora, sapendo che volevo i loro brani per un film su Pasolini mi hanno concesso gratis i diritti. Il film cambierà l’opinione pubblica su quello che non fu un omicidio sessuale ma politico – afferma ancora il regista -. Quel delitto contiene più mistificazioni di tanti altri misteri italiani, non c’è una parola di vero nelle dichiarazioni ufficiali, vogliamo riaprire la vicenda. Spero se ne discuta per far venire a galla altre verità”.
“Come cittadino italiano voglio sapere la verità su cosa è successo in quel periodo con questi cadaveri eccellenti” commenta Massimo Ranieri, perfetto nei panni di Pasolini. Le vittime della strategia della tensione sono state 3.500, come per la tragedia americana dell’ 11 settembre, tra cui tanti poliziotti e magistrati onesti”.